Gli alpini sotto sfratto, via dalla sede di via Giulio Cesare: «Così si perde la Storia»

I locali all’interno della caserma richiesti dal Ministero per ampliare il Tribunale civile

Gli alpini sotto sfratto, via dalla sede di via Giulio Cesare: «Così si perde la Storia»
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 16:10

Gli alpini della sezione di Roma dovranno lasciare la storica sede di viale Giulio Cesare 54 f, intitolata al generale Umberto Ricagno. A deciderlo è stato il ministero di Grazia e Giustizia che utilizzerà quei locali per ampliare gli spazi del tribunale civile. Lo sfratto sarà esecutivo dal prossimo 15 giugno. Gli alpini che da 60 anni (fu inaugurata nel 1962) considerano quella la loro casa ora si sentono abbandonati. «Abbiamo tentato in tutti i modi anche con il nostro presidente Alessandro Federici, di evitare questo trasferimento di sede, ma a nulla sono valsi i contatti con le istituzioni e l'Esercito» fanno sapere. Ad oggi l'unica cosa che hanno ottenuto sono i documenti ufficiali in cui viene chiesto loro di lasciare i locali, oltre la proposta di una nuova sede, in zona Porta Maggiore, ritenuta dallo stesso corpo d'armata «inaccettabile».


LA STORIA NON SI TRASFERISCE
La storica sezione ha sede all'interno di una caserma dell'Esercito.

E' disposta su tre livelli per un totale di circa 300 metri quadrati. Le mura appartengono al Demanio a cui il copro versa un affitto. E' frequentata da circa 150 persone e ospita anche i cori di Ana Roma e Malga Roma. Non solo perché come ci racconta l'avvocato Camillo Grillo che ha prestato servizio nel battaglione Cadore «quei locali sono pieni di storia. A partire dalle pareti affrescate da Giuseppe Novello, uno dei maggiori umoristi italiani che nella seconda guerra mondiale fu nel battaglione Tirano». E lo stesso avvocato Grillo con una lettera indirizzata alle più alte cariche dello Stato ha cercato di dare voce al dolore che gli alpini stanno provando: «Voi dite che la sede sarà solo spostata... No cari signori perché 60 anni di storia non si trasferiscono ma si perdono. Ricordo ancora il primo giorno in cui sono entrato lì. Mi ha pervaso un senso di appartenenza e di aver fatto parte della storia. Dentro i nostri locali ci sono tanti reperti della prima e della seconda guerra mondiale. Una sorta di museo». Ora però gli alpini saranno costretti a spostare tutto entro il 15 giugno. «I giovedì non saranno più gli stessi» raccontano ancora. Eh già perché il giovedì è il giorno stabilito per gli incontri. «Abbiamo un appuntamento fisso. Facciamo anche la cena. Per noi è un modo per stare insieme e far andare avanti la memoria storica» spiega ancora Grillo che sottolinea come il cambiamento di sede sarebbe un enorme problema «Siamo circa 150 persona tutti sugli 80 anni. Capisce che per noi spostarci la sera diventa un grosso problema. Questa zona quando noi frequentiamo la sede si svuota perché sono tutti uffici e per noi è facile trovare parcheggio. Ma il vero motivo è che qui c'è la storia e ripeto: la storia non si trasferisce». Il martedì e il mercoledì, invece, sono le giornate riservate alle prove dei cori. Prove che si svolgono in stanze insonorizzate le cui pareti sono piene di tutti i doni che hanno ricevuto nel corso delle loro esibizioni in Italia e all'estero. Una battaglia che gli alpini vogliono continuare a combattere perché reputano questo sfratto «una manifestazione di superficialità e di mancanza di riconoscenza». Infine ci spiega l'avvocato Grillo che per anni ha esercitato la professione in viale Giulio Cesare «chi da deciso di mandarci via non sa che la sede ha un ingresso indipendente e che quindi non inficerebbe con il lavoro del tribunale».

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