Roma, truffa della voce clonata: “Hanno finto di essere me, cellulare probabilmente hackerato”

"Si sono finti me e hanno detto che avevo problemi con la giustizia", racconta il videomaker Lorenzo Orlandi

Truffa della voce clonata, l'influencer: “Rubati oltre 1000 euro a mia nonna. Cellulare probabilmente hackerato”
di Alessandro Rosi
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Martedì 28 Marzo 2023, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 19:07

«Forse hackerano o ascoltano i telefoni». Truffa con voce clonata a Roma. È quella capitata a Lorenzo Orlandi, noto influencer romano con oltre 75mila follower su Instagram. Hanno chiamato la nonna fingendosi lui. "Ho problemi con la giustizia, mi servono subito 1000 euro", hanno detto all'anziana signora che ha dato ai malviventi (non senza difficoltà) il denaro richiesto. Il sospetto è che il cellulare del giovane possa essere stato oggetto di un attacco hacker.

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Truffa con la voce clonata, l'inganno

Il raggiro è avvenuto lo scorso weekend. È sabato, sono le 12.30 e siamo in zona Pigneto.

La nonna di Lorenzo viene contattata telefonicamente più volte. "Era una persona che si spacciava per me", racconta l'influencer. Durante le chiamate la parente si convince che fosse realmente il nipote a parlare. Poi la richiesta. "Il finto me chiedeva disperatamente un aiuto economico sostanzioso: 'Nonna mi servono soldi, altrimenti passo dei guai molto seri con la giustizia'". La signora va nel panico. Le vengono chiesti circa 1500 euro. Non ha tutto quel denaro.

Il bottino

La donna ha problemi a reperire in poco tempo tutti quei soldi. "A questo punto il finto me gli ha detto che sarebbe andato bene tutto quello che poteva racimolare in casa (contanti, oro, bancoposta)". Lei accetta. E il truffatore le dice che sarebbe passato al cancello un amico "fidato" a ritirare quanto necessario. Il totale? Circa 900 euro, più tutto l'oro che la donna (come dice Lorenzo di "93 anni ma completamente lucida e autosufficiente") ha dato.

La denuncia

Una volta capita la truffa, i due chiamano le forze dell'ordine. Gli agenti della polizia arrivano in casa e aprono un'indagine. "Siamo poi andati direttamente in questura per denunciare quanto accaduto", indica Lorenzo dopo aver parlato con i poliziotti. Rimangono i sospetti su come sia stato possibile utilizzare una voce simile alla sua.

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