Truffa dei finiti esami di italiano per i permessi di soggiorno, l'inchiesta dei carabinieri

A tradirlo la scarsa somiglianza con la foto allegata alla domanda

Truffa dei finiti esami di italiano per i permessi di soggiorno, l'inchiesta dei carabinieri
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 15 Maggio 2023, 23:32

Padri o madri che vanno a sostenere gli esami al posto dei figli, che sia per un posto nella Facoltà universitaria a numero chiuso o per un concorso in vista di un’assunzione: non mancano gli esempi che pure le cronache hanno raccontato nel corso dei mesi di vere sostituzioni di persona al fine di superare una prova. Anche fosse quella per il rilascio della patente. Stavolta però accade per la prima volta che i carabinieri della compagnia Roma Casilina si trovino a dover gestire la sostituzione di persona fra due uomini senegalesi per il rinnovo del permesso di soggiorno. Tutto è accaduto sabato mattina all’Istituto Italo Calvino durante uno degli ultimi esami che servono a rinnovare il permesso di soggiorno e a trasformarlo in uno “lungo”. Materia di esame è la conoscenza della lingua italiana. Ebbene, proprio durante le prove, un uomo del 1986, nato cresciuto in Senegal ma residente a Roma da 15 anni, con un regolare permesso e un posto fisso come operaio in un’azienda, è andato a fare l’esame al posto di un altro dietro il corrispettivo di 50 euro. Tanto è costata la “pratica” accertata dai militari dopo che in fase di verifica, prima delle prove, alcuni membri della commissione esaminatrice hanno avuto delle perplessità. 

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LA DINAMICA

Di che natura? Il candidato ha presentato i documenti e un membro della commissione si è insospettito perché la foto sul foglio non assomigliava neanche vagamente alla persona che gli era davanti.

C’è stato dell’imbarazzo, il candidato per un po’ ha provato a reggere la parte ma non è bastato: quando il presidente della commissione ha avvisato i carabinieri, il senegalese ha confessato, «Non sono io». All’arrivo dei militari l’uomo ha raccontato la vicenda: ovvero di essersi sostituito ad un suo conoscente con il permesso di soggiorno in scadenza e di aver ricevuto da quest’ultimo 50 euro per andare a fare l’esame al posto suo. L’amico ovviamente non era presente ed è tuttora da rintracciare ma si tratta di un senegalese, anche lui, classe 2000 che tuttavia non parla bene l’italiano. Quando un permesso di soggiorno è in scadenza nel presentare alla Questura la domanda di rinnovo per un permesso di soggiorno lungo periodo è necessario depositare contestualmente l’esito positivo dell’esame che attesti la conoscenza della lingua italiana oltre alla posizione reddituale e alla residenza. Nel caso specifico, il senegalese di 23 anni, nonostante sia in Italia da diverso tempo non parla bene la lingua e sicuro di essere “rimandato” ha pagato l’amico perché sostenesse la prova al suo posto. Uno scambio vero e proprio, dietro pagamento seppur residuale. 

L’OMBRA DI PRECEDENTI

Ed è caso isolato? Per i carabinieri non ci sono altri precedenti ma considerata la solerzia mostrata dai commissari è facile supporre come episodi analoghi siano già accaduti o quantomeno tentati. Tra chi di frequente si trova a svolgere il ruolo di membro di commissione dice: «Bisogna prestare la massima attenzione».

Entrambi i senegalesi sono stati denunciati per falso ideologico e truffa e il “finto” candidato anche per sostituzione di persona. Il suo amico per il quale ha provato a giustificarsi dicendo «volevo solo aiutarlo» quasi certamente non si vedrà rinnovare il permesso. 

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