Simone Sperduti ucciso in scooter a Roma, la mamma: «Siamo famiglie distrutte, ma possiamo fare qualcosa per gli altri»

Alla guida dell’auto che l’ha travolto Andrea Persi, un poliziotto di 46 anni già sospeso in estate dal servizio, in stato di ebrezza e sotto effetto di stupefacenti

Simone Sperduti ucciso in scooter a Roma, la mamma: «Siamo famiglie distrutte, ma possiamo fare qualcosa per gli altri»
di Martina Stella
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 13:43

«Simone è un ragazzo meraviglioso» il tempo verbale utilizzato da Cristina Di Angelo, la mamma di Simone Sperduti vittima della tragedia consumata a via Prenestina il 24 agosto dello scorso anno, non è un caso. «Lui è sempre con me, non mi abbandona mai» ci racconta «e a distanza di tempo si trova la forza di parlare. Passa il tempo e certe storie si dimenticano, ma non dobbiamo farlo. Tanti, troppi ragazzi hanno perso la vita in drammi come questo. Gli incidenti stradali continuano ad esserci, famiglie distrutte dal dolore e disperate. Ma possiamo sensibilizzare sul tema, ricordando possiamo fare qualcosa per gli altri».

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Chi era Simone Sperduti

Una vita ricca di sogni trascorsa a Centocelle, una grande passione per la Roma, la speranza di poter diventare un vigile del fuoco e il sorriso di un diciannovenne in ogni scatto postato sui social.

Lo stesso che contraddistingue Cristina nel parlare del figlio volato via ingiustamente e troppo presto. Lo stesso che torna sul viso degli amici al suo pensiero quando si dirigono allo stadio o ancora negli abitanti del proprio quartiere, che hanno negli occhi un giovane magazziniere pieno di entusiasmo.

L’incidente stradale


Erano le quattro del mattino quando un forte impatto tra lo scooter del ragazzo e un’Opel Meriva non gli ha lasciato scampo. Alla guida dell’auto che l’ha travolto Andrea Persi, un poliziotto di 46 anni già sospeso in estate dal servizio, in stato di ebrezza e sotto effetto di stupefacenti. «Faccio tutto questo per Simone e per tutte le vittime della strada – riprende Cristina - che saranno per sempre nel nostro cuore». Non c’è rancore nelle sue parole, non c’è rabbia verso chi al momento sta scontando la sua pena a Regina Coeli (sono sette gli anni di condanna per l’ex agente, la revoca della patente e una provvisionale di 150mila euro). C’è solo il dolce e bellissimo ricordo di una madre che può fare la differenza. A gran voce, a distanza di tempo perché nessuno dimentichi e soprattutto perché Simone sia sempre vivo e l’esempio che disgrazie così possono ma non devono succedere ancora.

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