Una volta è un sasso nella minestra. Un’altra un pezzo di legno nella pasta. Due volte i filamenti di metallo di quelle pagliette di acciaio che si usano per pulire le pentole. Le lamentele dei genitori per il servizio di mensa scolastica della Giovanni XXIII a viale Partenope al Prenestino vanno avanti da settimane. Tanto che i genitori dei bambini hanno anche nominato due loro rappresentanti per fare un sopralluogo e verificare come stanno effettivamente le cose.
I SOPRALLUOGHI
Negli ultimi giorni due sono stati i sopralluoghi alla mensa della scuola.
A questi rilievi riscontrati direttamente dagli ispettori municipali si aggiungono le denunce dei genitori. Un “comitato” formato da tredici genitori di bambini che frequentano la Giovanni XXIII e la sua mensa di tutte le classi, oltre che i sassi, i pezzi di legno o di metallo rinvenuti dai bambini dentro minestre e pietanze, si lamenta anche della qualità del cibo servito. Soprattutto per quel che riguarda la frutta: kiwi serviti interi e senza essere sbucciati, altre frutta talmente acerbe da risultare immangiabili e che, quindi, se da una parte sarebbero una violazione dell’appalto (che parla di frutta con un «adeguato grado di sviluppo e maturazione») dall’altro rimangono sulla tavola generando anche un rilevante spreco alimentare.
Nella denuncia presentata alla Dirigente della scuola - che Il Messaggero ha, senza successo, cercato - poi, i genitori vanno anche oltre: i bambini «lamentano spesso pietanze fredde e porzioni insufficienti» per cui i genitori ravvisano «discrepanze tra quanto indicato nel menù e il cibo effettivamente servito, ad esempio sostituzione del pesce con il formaggio già servito nella stessa settimana, o sostituzione della carne d’agnello con l’uovo». Tutto questo si traduce in uno «scarso gradimento da parte dei nostri bambini» dei menu serviti e «criticità rispetto alla somministrazione del menù differenziato per motivi etico-religiosi».
Passano pochi giorni e arriva l’ispezione formale della “commissione mensa” cioè di due genitori scelti dagli altri per controllare locali e pasti. E, pur se in misura più sfumata, anche qui emergono problemi: «sono stati trovati nei piatti capelli, peletti, un sassolino (una volta) in una crema di legumi e una graffetta (una volta). Una problematica occorsa con la gestione delle diete speciali in un caso».
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