Roma, bambini picchiati in classe: maestra a processo. Una mamma: «Mia figlia aveva paura»

L’insegnante è accusata di averli presi a schiaffi e colpiti con botte in testa

Roma, alunni picchiati in classe: maestra a processo. Una mamma: «Mia figlia aveva paura»
di Erika Chilelli
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Sabato 22 Ottobre 2022, 22:41 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 09:47

Urlava ai bambini che erano “monelli”, li sculacciava e dava loro delle botte in testa o degli schiaffi sulle guance, fino al punto di lasciare una bambina senza acqua dall’ora di pranzo all’uscita di scuola perché “colpevole” di aver dimenticato il bicchiere. Una maestra di 60 anni, Alessandra C., è imputata davanti al Tribunale di Roma per maltrattamenti aggravati. I fatti contestati risalgono all’anno scolastico 2018-2019. Sono sei le famiglie degli alunni della materna e della prima elementare dell’Istituto comprensivo “Via dei Sesami”, a Centocelle, che si sono costituite come parte civile nel processo, assistite dagli avvocati Tatiana Montella e Susanna Zorzi. «Ogni volta che c’era quella maestra mia figlia non voleva andare a scuola – ha raccontato venerdì una mamma in udienza – si attaccava alle gambe e mi implorava di portarla via. Le aveva persino requisito gli occhiali da vista dicendo che era meglio che a scuola non li portasse». Ma l’ex preside dell’istituto, che inizialmente era stato indagato nel procedimento (e poi archiviato), davanti ai giudici ha sminuito questi episodi: «I bisticci tra madri e maestre sono nella norma».

I FATTI
A scuola per imparare a vivere, ma per una bambina della scuola materna e cinque della prima elementare non è stato così e l’anno scolastico si è trasformato in un incubo che i piccoli sono stati costretti ad affrontare ogni giorno. La maestra che avrebbe dovuto prendersi cura di loro non lo faceva e, dietro le porte chiuse delle aule di via dei Sesami, urlava, li schiaffeggiava e li puniva per essere stati “monelli”. Così, all’inizio del nuovo anno scolastico, i bambini dapprima volenterosi e contenti di andare a scuola hanno iniziato a cambiare, chiedendo ai genitori di restare a casa. Avevano paura della maestra Alessandra. «All’inizio dell’anno, noi mamme abbiamo notato un atteggiamento diverso nei nostri figli - ha raccontato ai giudici della quinta sezione penale una delle mamme delle vittime - Mia figlia, che prima era felice di andare a scuola, ha iniziato a dirmi che voleva andare via quando arrivava la maestra Alessandra». I bambini erano a disagio, lo manifestavano con i genitori, che insospettiti hanno inoltrato una prima segnalazione al preside chiedendo che le porte delle aule restassero aperte: «C’era sempre confusione e non capivamo cosa stesse accadendo dentro - ha spiegato la mamma in aula - Non ho mai visto lividi, ma c’erano dei comportamenti che inquietavano mia figlia, che era agitata soltanto quando c’era la maestra Alessandra e tranquilla con i supplenti e con le altre insegnanti». La bambina, che frequentava ancora la materna, ha iniziato così a regredire: «Faceva di nuovo la pipì a letto e continuava a ripetermi: “la maestra è cattiva e io sono monella». Le mamme si confrontavano, parlando alle feste di compleanno e fuori dalla scuola. I piccoli, intanto, continuavano a subire i presunti soprusi dell’insegnante, fino ad arrivare ad essere privati persino della possibilità di bere.

LASCIATA SENZA ACQUA
«Era giugno, mia suocera è andata a scuola a prendere la bambina e l’ha trovata in lacrime: non beveva da mezzogiorno e faceva molto caldo – ha raccontato la mamma – Era in punizione perché non aveva il bicchiere, aveva chiesto persino di andare in bagno per bere dal rubinetto. I compagni di classe le volevano prestare il bicchiere, ma la maestra non ha voluto. Alla fine l’hanno fatta bere di nascosto e sono stati sgridati». «Per “sfuggire” alla maestra mia figlia ha fatto un anno in meno di materna, per lei è stato uno shock - ha precisato la donna - Si rifugiava all’ultimo banco e non si fidava di nessuno».

Dopo questi episodi, il preside ha contattato la signora rassicurandola che avrebbe preso tutti i provvedimenti del caso. «Sono stato contattato da una decina di genitori a inizio anno scolastico, ma i “bisticci” tra mamme e insegnanti sono frequenti, nella norma - ha tagliato corto l’ex dirigente dell’istituto nella sua testimonianza in aula di venerdì scorso - Ho fatto anche delle supplenze nelle classi dove lavorava, ma non è mai emerso nulla. I bambini a scuola, prima di entrare, piangono sempre».

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