Roma, fuga dei vigili dalle strade: uno su tre resta in ufficio. Il caso del concorso

In un organico di 5.400 persone, circa 1.600 svolgono attività amministrative

Roma, fuga dei vigili dalle strade: uno su tre resta in ufficio. Il caso del concorso
di Francesco Pacifico
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Venerdì 14 Ottobre 2022, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 09:30

Un terzo dei vigili è costretto ogni mattina a restare in ufficio per occuparsi di scartoffie. Oltre 1.600. Un numero che appare ancore più impressionante perché nella Capitale gli agenti della polizia locale sono meno di 5.400 per una città che si estende per quasi 1.300 chilometri quadrati e con oltre tre milioni di persone in giro ogni giorni tra residenti e chi viene in città per lavoro. Milano, grande un sesto rispetto a Roma, per esempio ha tremila uomini. Una situazione i cui effetti - disastrosi - sono ben stati visibili ieri. Sì, perché complice la pioggia, ieri mattina il traffico di Roma è andato in tilt, come non capitava dagli anni precedenti al Covid. Con rallentamenti e code un po' ovunque, soprattutto su arterie nevralgiche come l'Ostiense, l'Appia Nuova, o la Cassia.

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Ma al di là del caos in molti hanno notato che, rispetto al solito, ieri non erano presenti i presidi dei vigili in punti altamente sensibili come Porta Maggiore, Largo Preneste, via Cavalleggeri all'imbocco della galleria Pasa o piazza Vittorio.

Non a caso Giovanni Zannola, presidente commissione Mobilità del Comune, fa notare: «Certo, ieri mattina c'erano meno vigili agli incroci. Però vanno considerati alcuni aspetti: intanto la pioggia peggiora la congestione del traffico, perché circolano più veicoli privati. E parliamo soprattutto di auto e non di motorini. Ma la giornata di ieri, nello stesso tempo, dimostra che c'è da fare i conti con tutti gli eventi che Roma deve ospitare in quanto capitale del Paese. In strada servirebbero più uomini. E questo ci impone il rafforzamento della pianta organica della polizia locale, che dovrebbe essere un onere condiviso con il governo». Gli fa eco dall'opposizione Andrea De Priamo, appena eletto senatore ma ancora per qualche settimana presidente della commissione Trasparenza del Comune: «Servono più uomini in strada in alcuni punti della città, ma il problema è strutturale, gli uomini a disposizione del Corpo sono veramente pochi».

 


Quella di ieri era una giornata particolare. Per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, non soltanto il Centro è stato blindato, ma i gruppi territoriali hanno dovuto trasferire una novantina di uomini nei pressi di Palazzo Madama e di Montecitorio per questo servizio. E anche da presidi importanti come il Colosseo e il campo rom di via Salviati. Altri caschi bianchi hanno dovuto partecipare alle solenni celebrazioni per il 152mo anniversario della fondazione del Corpo capitolino con il sindaco Roberto Gualtieri. Senza dimenticare incidenti come quello che ha bloccato la circolazione nella galleria Giovanni XXIII o gli interventi per gli allagamenti.

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I NUMERI
Sempre guardando al rapporto tra cittadini e agenti, la polizia locale dovrebbe avere quasi 3mila uomini in più. Un problema che ha segnalato anche in un'audizione in Parlamento Gualtieri, perché i vigili a Roma - a differenza che negli altri comuni - devono anche occuparsi della sicurezza stradale di ministeri e ambasciate. E non ha migliorato le cose l'ultimo concorso voluto dall'amministrazione Raggi: dovevano essere reclutati in 500, sono entrati 161, molti dei quali avanti con gli anni (due addirittura della classe 1959). E le prossime immissioni sono previste nel 2024. In questo scenario, però, un terzo dell'organico deve restare in ufficio. Spiega un dirigente della polizia locale: «Questo numero è sicuramente alto, visti gli uomini che abbiamo, ma siamo vittime di una burocrazia opprimente. Quando fermiamo un venditore abusivo di acqua, devi fare il verbale di sequestro, quello di contravvenzione per la mancanza di licenza, il Daspo urbano di 24 ore oltre a gestire il sequestro stesso della merce. E tutta questa cartaccia qualcuno la deve pure lavorare».
 

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