Ubriaco e drogato terrorizza l'ospedale San Pietro Fatebenefratelli, picchiati medici e infermieri

L’uomo è arrivato dopo un incidente al San Pietro e ha dato in escandescenze

Ubriaco e drogato terrorizza l'ospedale San Pietro Fatebenefratelli, picchiati medici e infermieri
di Raffaella Troili
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Sabato 12 Novembre 2022, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 08:25

Una furia scatenata che in preda ad alcol e cannabinoidi ha preso a calci e pugni gli operatori che l’hanno accolto all’ospedale San Pietro Fatebenefratelli sulla Cassia: sei feriti in tutto. È accaduto ieri mattina intorno alle sei. Con lunghi attimi di paura fino all’arrivo della polizia: l’uomo, 34 anni, cittadino straniero nato a Roma, in seguito a un incidente è arrivato in ospedale con un’ambulanza del 118 e iniziato a dare in escandescenze. «In stato di agitazione psicomotoria - riferisce amareggiato il direttore del pronto soccorso Simone Bianconi - al momento dell’accesso al triage ha aggredito con violenza quattro infermiere un medico chirurgo di pronto soccorso e un addetto all’accoglienza. Tutti refertati con prognosi dai 5 ai 7 giorni per contusioni varie (labbra, torace, polso, spalla). Sono state necessarie 2 volanti e 6 agenti giunti dopo circa 30 minuti per contenerlo».
Un vero corpo e corpo all’interno di un luogo di cura, l’ennesimo. «Provo rabbia per l’accaduto e per le ferite più psicologiche che fisiche degli operatori di pronto soccorso». Al Villa San Pietro sono arrivate la mamma e la fidanzata dell’uomo, in qualche modo anche loro vittime dell’aggressore. Solo quando sono giunti gli agenti di polizia si è riusciti a immobilizzarlo e sedarlo, per poi esser dimesso e affidato alla polizia.

L’uomo era arrivato in evidente stato di agitazione dovuto ad un abuso di alcol e droga e rimasto ferito in un incidente stradale autonomo.

In attesa di essere visitato ha aggredito il personale ferendo sei persone. I poliziotti lo hanno bloccato e arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. La posizione dell’uomo è ora al vaglio della magistratura. 

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Dura la posizione di Giulio Ricciuto, presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza sezione Lazio. «Come Simeu sono almeno due anni che chiediamo la riattivazione h24 dei posti di polizia nei pronto soccorso, tra l’altro già presenti come strutture ma vuote. Siamo vicini ai nostri operatori e ricordiamo a tutti che un operatore sanitario aggredito è un operatore in meno, perso, perché non siamo gangster abituati a risse da bar, anche psicologicamente è dura riprendersi. Già siamo pochi, perderne altri vuol dire rimanere senza ambulanze o a casa, con la strage conseguente che si può immaginare». Ricciuto sottolinea che «è un continuo nei pronto soccorso di aggressioni verbali e fisiche e dopo 12 ore di lavoro un operatore abituato a salvare le vite non ha la forza di andare anche a sporgere denuncia. Per cui i numeri sono molto alti, ma vengono fuori solo le “puntine” dell’iceberg».

I PRECEDENTI

Il 7 novembre un uomo aveva preso a schiaffi un infermiere perché stanco di attendere, presso l’ospedale Gemelli, anche lui era arrivato in ospedale dopo un incidente stradale. E ancora: nel pomeriggio di martedì 18 ottobre al Sant’Andrea, una infermiera è stata aggredita da una donna di 55 anni, anche lei esasperata dall’attesa in pronto soccorso, che è riuscita a scappare prima dell’arrivo della polizia.

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