Roma, il tesoretto delle tasse non riscosse: buco da 1,5 miliardi

Roma, il tesoretto delle tasse non riscosse: buco da 1,5 miliardi
di Fabio Rossi
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Lunedì 18 Settembre 2017, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 09:09

La cifra è di quelle da far tremare i polsi: 1.474.887.402,20 euro. Quasi un miliardo e mezzo di crediti di natura tributaria, iscritti nel bilancio consolidato 2016 del Campidoglio. In sostanza, sono i soldi che l'amministrazione comunale non ha incassato dai cittadini, negli ultimi anni, per i tributi e le tasse locali. Soprattutto Ici e Imu, ma anche le tariffe dei servizi pubblici erogati da Palazzo Senatorio: quindi le rette delle mense scolastiche e degli asili nido, le tasse per il trasporto scolastico, le sottoscrizioni per gli impianti sportivi gestiti dal Comune, le tasse per le manifestazioni turistiche, le tariffe dei servizi sociali. E ancora canoni d'affitto degli immobili di proprietà di Roma Capitale (tra cui i morosi di Affittopoli), concessioni cimiteriali, Cosap (canone di occupazione di suolo pubblico), affissioni e via dicendo.

LA RISCOSSIONE
Il Campidoglio conferma così la scarsa capacità di riscuotere il dovuto, storicamente dimostrata dagli incassi delle multe. Pasqualino Castaldi, sub-commissario con delega al bilancio durante la gestione di Francesco Paolo Tronca, la stimava tra «il 30 e il 35 per cento» del totale. E i danni per le casse comunali sono evidenti, mentre sul colle capitolino ci si arrovella da tanto tempo su come si possa migliorare il sistema, tra la gestione diretta della questione al dipartimento politiche economiche e l'affidamento all'esterno del sevizio, per esempio alla municipalizzata Aequa Roma. In ogni caso, recuperare almeno un terzo della somma persa per crediti tributari (secondo la capacità di riscossione stimata da Castaldi) significherebbe per Palazzo Senatorio avere a disposizione un tesoretto da circa 500 milioni. Per intenderci, più di quanto l'amministrazione ha dovuto tagliare dalla spesa corrente, in tre anni, per soddisfare i criteri fissati dal piano di riequilibrio del deficit capitolino, contenuto nel cosiddetto decreto Salva Roma del 2014. Per non parlare della tariffa rifiuti: più di un miliardo di (ulteriori) mancati incassi deriva dall'evasione della tariffa rifiuti Tari negli ultimi sei anni.

L'EVASIONE
Soltanto nel 2016 i tecnici del fisco capitolino hanno accertato oltre 110 milioni di Ici e Imu evasa. Meno della metà di questi soldi sono stati recuperati, mentre 58 milioni e passa sono andati a rimpinguare il totale dei crediti di nature tributaria.
Secondo l'Organismo di revisione economico finanziaria del Comune (Oref) questa «cronica lentezza nella riscossione» si traduce in un «elemento di forte criticità nella gestione corrente». Ma in assenza di un'efficace politica di recupero dell'evasione tributaria e tariffaria, che modifichi radicalmente l'andazzo consolidato nella Capitale, queste cifre vireranno sempre più stabilmente verso la montagna dei crediti inesigibili. Peggiorando ulteriormente la situazione finanziaria del Campidoglio, alle prese con un debito miliardario e con trasferimenti statali sempre più ridotti.