Campidoglio, la giunta fa marcia indietro sui tagli ai dipendenti comunali

Campidoglio, la giunta fa marcia indietro sui tagli ai dipendenti comunali
di Michela Giachetta
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Domenica 16 Febbraio 2014, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 12:01
​Il piano dell’amministrazione per ridurre gli stipendi dei dipendenti capitolini c’era, messo nero su bianco. Lo dimostra la necessità di approvare in giunta una memoria, il cui oggetto è «l’erogazione del trattamento economico accessorio al personale non dirigente». Segno, come sottolineano i sindacati, che il Campidoglio è stato costretto a fare marcia indietro su quel piano.



Con la memoria, approvata mercoledì scorso, si impegna «il Ragioniere Generale ad assicurare in bilancio la dotazione finanziaria del fondo in misura non inferiore a quella del 2013, destinato all’erogazione del trattamento economico accessorio al personale non dirigente». In pratica, viene garantito lo stipendio del personale, attraverso uno stanziamento nella manovra economica del 2014 pari a quello previsto per lo scorso anno.



Nel provvedimento si parte da una serie di considerazioni: si prende atto, ad esempio, che «gli effetti della crisi economica sulle famiglie si prolungano ormai da diversi anni e i dipendenti pubblici sono ulteriormente penalizzati dal blocco, senza possibilità di recupero, degli adeguamenti contrattuali nazionali, fermi all’anno 2009». Ma si sottolinea anche che «occorre prevenire fenomeni di tensione sociale che possono mettere a rischio la continuità amministrativa e il regolare esercizio delle funzioni e dei servizi pubblici». La stessa continuità che è stata messa a rischio nel momento in cui si è reso noto che in una bozza di bilancio, preparata dall’assessore Daniela Morgante, erano previsti tagli al salario accessorio dei dipendenti per circa 80 milioni.



LE PROTESTE

Con proteste dei sindacati, ma anche degli stessi dipendenti, che in un’assemblea autoconvocata si sono riuniti in piazza mercoledì scorso per dire no ai tagli dei loro «già magri salari». Giovedì scorso, poi, in consiglio comunale sono state anche approvate due mozioni legate ai salari dei dipendenti capitolini. Una che impegnava sindaco e giunta a non tagliare l’indennità di sportello dell’Ufficio anagrafe, l’altra che diceva no alla decurtazione di stipendi dei dipendenti capitolini. Nel documento approvato dalla giunta si dà anche mandato al «direttore del Dipartimento delle Risorse Umane affinché apra la discussione con le organizzazioni sindacali sul contratto decentrato, ma partendo dalla necessità di riorganizzare della macchina amministrativa».



Però, è il timore dei dipendenti capitolini e dei sindacati, i tagli al salario accessorio potrebbero nascondersi proprio nelle maglie della nuova normativa da discutere. Giancarlo Cosentino, della Cisl, si dice soddisfatto per l’approvazione in giunta di quella memoria. Ma, sottolinea, «quello stesso provvedimento non fa altro che confermare che le nostre preoccupazioni, perché si mette nero su bianco la necessità di assicurare i fondi in bilancio per poter pagare gli stipendi dei dipendenti capitolini».



Bilancio che, fra l’altro, ancora è lontano dall’essere approvato. «Pare manchino ancora all’appello 50 dei 70 milioni di buco, che si volevano recuperare attraverso il taglio dei salari accessori del personale – spiega il capogruppo di Fratelli D’Italia, Fabrizio Ghera – è mia intenzione chiedere una verifica all’assessore al bilancio per capire come intende recuperare quel denaro».
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