Summit da Casaleggio sulla comunicazione riservato ai neo eletti. Ma Virginia è in forse

Summit da Casaleggio sulla comunicazione riservato ai neo eletti. Ma Virginia è in forse
di Claudio Marincola
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Martedì 12 Luglio 2016, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 18:08
ROMA La convocazione era partita in gran segreto. Una mail diretta ai portavoce degli enti locali: tutti a Milano per un corso di comunicazione tenuto dalla Casaleggio Associati, l'azienda che tiene insieme i fili dell'universo grillino. Poi la notizia è filtrata ed è diventata ufficiale. È il primo incontro che si tiene dopo la scomparsa di Gianroberto Casaleggio. Accrediti limitati. A presiedere il summit a cui parteciperanno sindaci, capigruppo comunali e regionali sarà Davide Casaleggio, figlio del guru e fondatore del Movimento 5 stelle.
Tema: governare le città e informare i cittadini. Compito decisamente più complicato che lanciare strali dall'opposizione. Ora che il M5S ha conquistato molti comuni e città importanti come Roma e Torino la questione diventa cruciale. Non basterà più staccare il telefono, inviare mail, dialogare sulle chat interne.

Ancora non si sa se la sindaca di Roma Virginia Raggi e quella di Torino Chiara Appendino ci saranno. La loro presenza era prevista, poi guardando l'agenda i loro impegni si sono moltiplicati. L'altro motivo per il quale potrebbero non esserci è per non prestare il fianco alle critiche di quanti sostengono la scarsa autonomia dalla Casaleggio Associati e dal direttorio. Per ora si sa che da Roma partirà Luca Perilli, portavoce della Regione Lazio e membro del mini-direttorio capitolino. Che con lui ci sarà anche David Porrello, capogruppo alla Pisana. E che dalla Campania, oltre al capogruppo in Consiglio regionale Tommaso Malerba, partirà anche il consigliere Valeria Ciarambino che conferma la convocazione («ci saranno i referenti locali e i nuovi eletti e quindi anche noi»).

REFERENDUM
Come arrivare ai cittadini saltando i media tradizionali - che continuano a ispirare diffidenza - e amplificando il canale dei social network. «Sono incontri che servono per coordinarci», spiegano i responsabili della Comunicazione. E si fermano qui. Stop. I prossimi giorni serviranno a mettere in rete i rapporti con il territorio. Nel Lazio in accordo con l'assessorato capitolino all'Innovazione partiranno i laboratori di «democrazia partecipata».
Intanto ieri si è tenuto alla Camera, nell'Auletta dei gruppi, un incontro per decidere la strategia futura. «Assurdo che si parli di referendum e di spacchettamenti quando in Italia ci sono quasi 10 milioni di cittadini che non riescono più a curarsi», è partito all'attacco Alessandro Di Battista, membro del Direttorio. E ancora, stile Beppe Grillo: «Ma l'avete visto com'è ridotto il Paese? Altro che prima Repubblica... Renzi prende, rientra, dice che vuole cambiare l'Italicum. È sotto botta, cerca solo di salvare la poltrona ad Alfano e Verdini».
 

MISSIONE FINITA
Attinge allo stesso spartito Luigi Di Maio. La bocciatura dello spacchettamento. Il senso di spaesamento per quei temi «che non interessano i cittadini». Da una posizione critica, il M5S è passato ad una difesa dell'Italicum ma si preferisce non entrare nel merito. Di Maio, che ieri ha concluso la missione in Palestina ed è rientrato in Italia, elenca i mali del Paese: «300 imprese che chiudono ogni giorno; la disoccupazione giovanile al doppio di quella Ue»; la tassazione effettiva oltre il 50% e i 12 miliardi «spesi in pensioni d'oro». La missione del vice presidente della Camera in Israele si è conclusa con gli incontri avuti dalla delegazione del Movimento 5 stelle con gli esponenti di vari partiti della Knesset a Gerusalemme, e definiti da Di Maio «cordiali». «È molto importante che l'Unione europea non faccia passi indietro e sia presente come soggetto capace di svolgere un ruolo chiave in quello che è un contesto complesso», scrive il leader in pectore sul suo profilo Facebook.