Roma, via agli sgomberi dei palazzi occupati: si parte da Carlo Felice. cco il piano

Roma, via agli sgomberi dei palazzi occupati: si parte da Carlo Felice. cco il piano
di Fabio Rossi
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Domenica 5 Agosto 2018, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 19:41
A ottobre l'ordinanza di sgombero compierà 14 anni. Ma l'occupazione dell'immobile al numero 69 di via Carlo Felice, strada di confine tra l'Esquilino e San Giovanni, potrebbe avere i giorni contati. I contatti tra Prefettura, Campidoglio e Regione sono già stati avviati, e nei prossimi giorni (forse già domani) potrebbe esserci un incontro su questo tema, con l'intenzione di dare una svolta a una vicenda che si trascina ormai da troppo tempo: quello di via Carlo Felice, di proprietà di Bankitalia, vuoto dal 1989, è l'edificio della Capitale occupato (da parte di Avion) da più tempo.



 
IL PRESSING
Ciò nonostante una lunga serie di richieste da parte della proprietà, che ha più volte sollecitato «l'immediata liberazione dell'immobile», inserito dall'ex commissario straordinario Francesco Paolo Tronca in cima alla lista degli edifici da sgombrare in città insieme a quello di via Curtatone, liberato dagli occupanti un anno fa. Adesso però potrebbe arrivare un cambio di marcia, vista anche l'intenzione dell'amministrazione di Virginia Raggi di imprimere una svolta nel segno della legalità, con la benedizione del ministro dell'Interno Matteo Salvini e, quindi, la maggiore disponibilità dei responsabili dell'ordine pubblico ad agire in questo senso.

LE MISURE
Al momento, peraltro, è ancora in vigore la circolare dell'ex ministro Marco Minniti, che prevede di trovare preventivamente una sistemazione alternativa per le famiglie da sgomberare: una misura che, se da un lato rende il procedimento più difficile e farraginoso, dall'altro renderebbe l'operazione più accettabile da punto di vista dell'impatto sociale e dell'ordine pubblico. Nello stabile, teatro negli anni di vari episodi di cronaca nera, ci sono circa 80 persone, con una trentina di famiglie e una ventina di minori. La stessa società proprietaria, la Sidef, aveva confermato la propria disponibilità a «individuare eventuali soluzioni per gli occupanti», per sbloccare la vicenda.

LA MAPPA
A Palazzo Senatorio c'è una lista di immobili, concordata con la Prefettura a cui spettano gli interventi, per i quali si è deciso di intervenire il prima possibile. Al momento tra le priorità, oltre a via Carlo Felice, ci sono due ex scuole: l'8 marzo alla Magliana, dove 300 persone e 80 minori dal 2007 tengono in pugno lo stabile di sei piani, e la Don Calabria a Torrevecchia, abbandonata da vent'anni, abitata da circa 300 persone, dove nel 2015 due occupanti furono arrestati per spaccio. Poi c'è e l'ex residence di via Tiburtina, il palazzo dell'ex sede Inps di via Tuscolana, unico caso per il quale è stato effettuato un vero e proprio censimento degli occupanti. Si prosegue ancora nello stabile in viale del Policlinico 137 sul quale pende persino una sentenza del Tar (era il luglio 2017) che intimava a Comune e prefettura «per quanto di rispettiva competenza», di adottare un provvedimento entro 120 giorni, ovvero entro lo scorso novembre. Ma non è cambiato nulla. Da contare, poi, anche le occupazioni di viale delle Province 196 (ex sede Inpdai), di via Gian Maria Volontè 9, di via Prenestina 944 (ex hotel Eurostar Roma Congress). Ancora occupati poi il palazzo ex Inpdap (via Collatina 385), quelli di via Tuscolana 1782, viale del Caravaggio 105/107, via di Torrevecchia 156, via Tor de' Schiavi 101, in via Arrigo Cavaglieri 6/8 e in via Raffaele Costi.

L'EMENDAMENTO
Dal Movimento 5 Stelle alla Regione è intanto stato presentato un emendamento al bilancio che propone la moratoria di un anno sugli sgomberi delle case popolari occupate. «Un emendamento smaschera-Zingaretti per evitare lo scaricabarile sul Campidoglio - sostiene la capogruppo pentastellata Roberta Lombardi - Se la maggioranza voterà sì, si assumerà la responsabilità di dire no agli sfratti; in caso contrario, di lasciare l'attuale situazione di caos e di precarietà».
 
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