Roma, piano del Campidoglio per i nuovi sgomberi: «Sei interventi urgenti»

Roma, piano del Campidoglio per i nuovi sgomberi: «Sei interventi urgenti»
di Simone Canettieri
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Domenica 6 Maggio 2018, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 09:57
Il Campidoglio riapre il dossier sgomberi. Archiviate le elezioni, arriva l'accelerazione della giunta M5S sugli immobili occupati da liberare. In un documento partito tre settimane fa dal gabinetto della sindaca Virginia Raggi si mettono in fila sei priorità. Sei palazzi abitati da migranti e movimenti antagonisti. Ecco gli indirizzi: via Carlo Felice 69 (I municipio), via Cardinal Capranica 37 (XIV), via Tiburtina 1040, via dell'Impruneta 51 (XI). A questi si aggiungono le «altre situazioni in essere» in via Raffaele Costi e via Collatina. Prima di far partire gli sgomberi che spettano alla prefettura - dopo il caos della scorsa estate con i migranti di via Curtatone - il decreto Minniti detta regole chiare. Il Comune deve effettuare un censimento dentro ai palazzi occupati per mettere ordine su tutte le persone che vi vivono. Bambini, donne e anziani sono le «fragilità» da ricollocare. Una volta eseguito lo screening e trovati gli alloggi sostitutivi, si può partire con gli interventi. Il documento, di cui Il Messaggero è venuto in possesso, mette in fila le situazioni dove bisogna intervenire «in maniera prioritaria». Perché, come si legge nella lettera, si tratta di «edifici caratterizzati da condizioni di accertata precarietà strutturale, parimenti destinatari di provvedimenti per la loro messa in sicurezza e di sequestro dell'autorità giudiziaria». Traduzione: è pericoloso viverci oppure il tribunale ha già intimato alla prefettura che devono essere restituiti ai legittimi proprietari. I sei casi riportati fanno parte della lista di novanta immobili occupati nella Capitale.

I TEMPI
Con questa lettera la sindaca Raggi dice ai dipartimenti delle Politiche sociali, del Patrimonio e al comando dei vigili urbani di far partire le operazione di censimento. Per chiudere il prima possibile questa pratica. Almeno, la prima tranche. Già, ma di quali tempi parliamo? La raccolta di dati all'interno di questi palazzi deve terminare entro l'estate. Tra poco compariranno i primi avvisi - cioè manifesti e cartelli - per annunciare il riconoscimento dei residenti illegali. Se questi appelli cadranno del vuoto, toccherà agli agenti della municipale entrare e provare a fare ordine tra le vite e le storie degli occupanti abusivi. La materia è delicata, come spiegano dal Campidoglio, e si cerca in tutti i modi di evitare conflitti sociali, che potrebbero essere subito strumentalizzati da frange estreme. Di sicuro, l'obiettivo del Comune è quello di chiudere prima di ottobre la lista di «chi c'è» dentro a questi stabili, mettendo ordine tra le fragilità, le categoria da tutelare. Il Campidoglio si muove in scia con l'input partito dal prefetto Paola Basilone lo scorso 28 marzo durante il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.
«Serve una scossa», è l'indirizzo del ministero dell'Interno. Anche perché su alcune occupazioni si è già espresso il tribunale con sentenze di restituzione ai legittimi proprietari che se non vengono eseguite rischiano di produrre la nomina di un commissario. Uno smacco che Basilone ha sempre detto di non essere disposta a subire.
Ma prima degli interventi, occorre che il Comune e anche la Regione (attraverso le Asl) facciano la loro parte il prima possibile, onde evitare nuove tensioni con la prefettura. La priorità, come si legge nel protocollo operativo dello scorso 22 gennaio, sono gli «interessi in gioco, tra cui tuttavia la difesa dei nuclei famigliari è in cima alla scala delle priorità». Un cane che si morde la coda: serve subito un censimento per far partire gli sgomberi.
 
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