Angelo Rughetti, sottosegretario alla funzione pubblica, prima di entrare nel merito della questione fa una premessa. «Penso», dice, «che la vicenda del salario accessorio dei dipendenti del Comune di Roma vada tenuta fuori dalla campagna elettorale, perché», sostiene, «si rischia di aggiungere confusione a confusione, ed invece le famiglie coinvolte meritano rispetto».
Certo deve ammettere che a poche ore dal termine per compilare le buste paga di gennaio, già fatto slittare dal commissario Francesco Paolo Tronca, non è che la confusione difetti. I dipendenti sono in agitazione, rischiano di ritrovarsi con stipendi tagliati del 30%. Come se ne esce?
In che modo? Qualcuno invoca un nuovo intervento del governo...
Nel concreto la soluzione che sta emergendo è quella di alzare la parte fissa del salario accessorio, riducendo quella variabile. Anche perché Roma nel confronto con le altre città italiane ha una quota di retribuzione variabile più elevata. Il punto è chi deve prendere questa decisione: il governo o il commissario?
Questo per dire cosa?
In base a questo ragionamento mi pare di capire che dal suo punto di vista è il commissario che deve intervenire...
L’amministrazione Marino aveva chiesto un parere all’Aran, l’agenzia governativa che si occupa di contratti pubblici. È un passaggio necessario?
Ieri il deputato del Pd Marco Causi, ex assessore del Comune di Roma, ha presentato un emendamento firmato anche da Ncd, per dire che Roma può utilizzare come benchmark per ridefinire il salario accessorio quello pagato nei capoluoghi di provincia con più di 300 mila abitanti. La sostanza sembra la stessa...
Salari, il sottosegretario Rughetti: nessuna sanatoria. Roma scelga il rigore
di Andrea Bassi
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Giovedì 14 Gennaio 2016, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 08:57
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