O meglio è a rischio la sua nomina - con annesso stipendio da 193 mila euro annui - contestata sia politicamente, in alcuni ambienti del Movimento 5 stelle, sia dalle opposizioni, con due esposti alla Corte dei conti. Il primo è stato presentato già in pieno agosto dal Codacons, «affinché si faccia chiarezza sul compenso percepito da Raineri e sulla congruità dello stesso, verificando al contempo eventuali danni ai fini erariali e per la collettività». Nel secondo - che arriverà questa mattina, firmato dal capogruppo capitolino di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera - si chiede tra l’altro ai giudici contabili di «accertare le modalità attraverso le quali l’amministrazione di Roma Capitale abbia operato dal punto di vista giuridico procedurale» nella nomina del capo di Gabinetto. E sul colle capitolino i dubbi crescono giorno dopo giorno.
LA SCELTA
L’AMMINISTRAZIONE
L’ASSEMBLEA
Queste tensioni potrebbero riflettersi nell’assemblea cittadina del 17 settembre, che alcuni attivisti hanno organizzato a distanza di tre mesi dall’elezione. Un’assemblea spontanea, pensata e autoconvocata sul web, che come tale è vista di buon occhio dai vertici del M5s che incitano alla partecipazione e al confronto a 360 gradi, come da perfetta filosofia orizzontale del Movimento. Quanto vale ciò che uscirà da quel consesso? L’assemblea non ha ancora il logo ufficiale M5s, di cui dispongono solo gli eletti. Se infatti non si presentassero consiglieri capitolini o parlamentari non avrebbe il marchio dell’ufficialità. Ma non è certo un simbolo che fermerà gli attivisti sempre più decisi a rimettere in moto i tavoli di lavoro, ovvero quei laboratori politici in cui è stato partorito il programma elettorale dei Cinque Stelle. Stefania Piras Fabio Rossi
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