Roma, pressing M5S: via la Muraro. Casaleggio fa le nomine Ama

Roma, pressing M5S: via la Muraro. Casaleggio fa le nomine Ama
di Mauro Evangelisti e Fabio Rossi
4 Minuti di Lettura
Domenica 2 Ottobre 2016, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 08:05

Dall'assessore alle Partecipate che scende da Treviso al nuovo amministratore unico dell'Ama che arriverà, salvo sorprese, dalla Lombardia. Ormai Virginia Raggi si affida sempre più alle segnalazioni e alle liste di nomi compilati dalla Casaleggio e associati. Quando ha provato a fare da sola, come per l'assessore al Bilancio, non è andata benissimo: dopo un mese di stallo, audizioni di magistrati della corte dei conti, con l'ultimatum di Grillo e Casaleggio in scadenza - entro la fine della settimana devi completare la giunta, le avevano spiegato a Palermo - venerdì mattina ha giocato la carta della disperazione nominando il coordinatore del suo staff, Andrea Mazzillo. Faticando a convincerlo, visto che in questo modo il suo stipendio diminuirà del 20 per cento. Ma se questa settimana, insieme al nuovo assessore alle partecipate Massimo Colomban, indicherà finalmente l'amministratore unico dell'Ama, l'azienda dei rifiuti, ieri il caso Paola Muraro è divenuto ancora più rovente. La situazione giudiziaria si è aggravata, l'assessore all'Ambiente è indagata e presto ci sarà la conclusione indagini, da Milano ma anche da una parte del Movimento romano chiedono a Virginia Raggi di affrontare ora il problema, prima che diventi esplosivo.

LA RESISTENZA
Eppure, lei continua a rifiutarsi di sostituirla, con una veemenza che molti nel movimento non si sanno spiegare, simile a quella con cui ha sempre difeso i suoi fedelissimi, da Salvatore Romeo (capo della segreteria politica a cui ha triplicato lo stipendio da funzionario comunale) a Raffaele Marra (un tempo collaboratore di Alemanno, inizialmente nominato vicecapo di Gabinetto). Ieri in un'intervista la Raggi ha sorpreso l'ala più ortodossa del movimento parlando di garantismo, un valore che non è mai comparso nella top ten del Movimento 5 Stelle. «Ma cosa sta dicendo? - s'infuria un esponente di spicco - Per noi vale il principio di precauzione, se sei sotto inchiesta ti fermi e aspetti di chiarire la tua posizione, ci comportiamo come coloro che abbiamo sempre attaccato». Perché Virginia Raggi mette a rischio il suo futuro politico per difendere la Muraro, tanto che alcuni big del Movimento hanno già dichiarato pubblicamente che «si prende lei tutta la responsabilità»? «Non saprei chi mettere al suo posto, è l'unica che ci capisce di rifiuti», ha sempre confidato, ma a molti è apparsa una giustificazione non sufficiente rispetto alle dimensioni del rischio che sta correndo.

C'è poi un problema pratico che sembra banale, ma che dopo la commedia lunga un mese per l'assessorato al bilancio, è tutt'altro che secondario. Se domani la Muraro fosse costretta a dimettersi, potrebbe essere sostituita solo da un'altra donna. Già con la composizione attuale - 6 uomini e 4 donne - la squadra degli assessori è oggetto di ricorsi al Tar (sono già stati annunciati da Roberto Giachetti e da Sel) perché non viene rispettato l'equilibrio di genere imposto dallo statuto di Roma Capitale. Se nel conto si considerasse anche la sindaca, la linea difensiva potrebbe essere efficace. Ma se la Muraro se ne va, servirà trovare un'altra donna esperta di rifiuti. Non semplicissimo, con i tempi che corrono.

LE SCELTE
Ieri la sindaca ha trascorso la giornata con il figlio, ma si è portata a casa qualche pratica da studiare. Chi si aspettava una accelerazione nell'attività amministrativa, ora che finalmente i due assessori mancanti sono stati scelti è stata completata, è rimasto però deluso. Andamento lento: la giunta tornerà a riunirsi solo venerdì prossimo, il consiglio comunale a metà settimana si occuperà solo di mozioni e chiacchiere, nessun atto amministrativo.

Intanto, l'assestamento di bilancio non c'è ancora, la finanziaria 2017 che va approvata entro il 31 dicembre non esiste. «Ma Mazzillo stava già lavorando su questo, i tempi saranno rispettati», giurano i fedelissimi della Raggi. Sarà. Però venerdì in Campidoglio c'era il panico: settembre se ne stava andando, informalmente dalla Corte dei conti, seccata per gli sgarbi della Raggi, era trapelato che l'autorizzazione a un giudice che aveva dato la disponibilità non sarebbe arrivata in tempi brevi. Virginia Raggi ha detto a Mazzillo, laureato in Economia e funzionario di Equitalia: «Andrea, a questo punto lo devi fare tu, non ho altre soluzioni». Lui ha tentato di resistere che come coordinatore dello staff gli era stato assicurato un compenso da 88 mila euro annui, mentre da assessore non andrà oltre i tremila al mese. Ma dopo quindici minuti lo hanno convinto e da assessore al Bilancio ha fatto il primo taglio: al suo stipendio.