LA FRATTURA
L'argomento ha già diviso maggioranza e opposizioni e in vista di giovedì si prevede un acceso dibattito in aula Giulio Cesare. «Si dovrebbero tutelare quanti sono in regola oggi e quanti lo sono stati per tanti anni, con le norme allora in vigore dice Svetlana Celli, consigliera di Roma torna Roma Di fatto invece si garantisce solo chi ha fatto lavori e investimenti autorizzati, ma chi ha investito in lavori urgenti, in attesa di una risposta dell'amministrazione mai pervenuta, perché non dovrebbe avere la stessa tutela?». «Così si rischia di esporre l'Amministrazione conclude la Celli a ricorsi e contenziosi, un caos amministrativo che pagherebbero tutti i romani».
GLI SPAZI
Ma intanto andiamo a capire di quali impianti si parla. Concessioni alla mano, quelle scadute dal 2010 allo scorso 15 febbraio sono per l'appunto 63. Si va dall'associazione gestione Lanciani di via Caraci 41 alla pallavolo e pallacanestro Virtus di piazza Apollodoro, dallo stadio Paolo Rosi dell'Acquacetosa, al campo Testaccio, dall'Hippogroup Roma Capannelle all'unione sport Centocelle all'Unione rugby capitolina. Resta l'incertezza, invece, sullo Stadio Flaminio. Realtà storiche in alcuni casi, periferiche ma ciononostante importanti per i territori. Nel Regolamento oltre alla partita sui nuovi bandi, che di fatto puntano a superare la storica delibera 170 del 2002 con la quale si sanciva il sistema di regolarizzazioni alle concessioni e alle occupazioni, si prevedono diverse novità anche sul fronte degli oneri.
LE NOVITÀ
Le tariffe comunali, ad esempio, saranno applicate in tutti gli impianti per la pratica sportiva, mentre i canoni saranno commisurati ai ricavi, ai costi e agli investimenti previsti. Viene inoltre stabilita l'applicazione di una carta della qualità dei servizi sportivi mentre i soggetti ammessi alle gare per ottenere un impianto dovranno essere riconosciuti da Coni, Cip, Mipaf, ministero dello Sport. Non finisce qui: gli impianti saranno catalogati in classe A, B, C a seconda che siano municipali e con 3 spazi sportivi (nell'ultimo caso) o a gestione diretta del Comune con la possibilità di ospitare eventi nazionali e internazionali, e avere una polifunzionalità (commerciale e ricettiva) nei primi due casi.
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