«COME LA SORA LELLA»
«Non vorremmo ritrovarci confida un dipendente di via Petroselli - come in quella scena di Verdone che dice alla sora Lella: Nonna, m'hanno fatto un buono, che vor dì?». Risposta (edulcorata): quel buono è carta straccia. L'allarme è tale che in molti sono andati a bussare alla porta dei sindacati interni. I quali hanno prontamente segnalato il pasticcio dei ticket ai vertici del Campidoglio e ai rappresentanti della giunta M5S, mettendoli a parte della «mole di segnalazioni che sono pervenute in questi giorni». La Cisl, la cui fazione comunale è capitanata da Giancarlo Cosentino, ha scritto che ormai «la quasi totalità degli esercizi commerciali rifiuta i buoni pasto rilasciati da Roma Capitale» e che per questo «si ritiene necessario un urgentissimo intervento» del Comune «presso la ditta aggiudicataria dell'appalto affinché sia ripristinata immediatamente la corretta accettazione dei buoni da parte degli esercizi commerciali». Le stesse difficoltà, va detto, si stanno registrando anche in altri comuni d'Italia. Per esempio a Torino, dove alcuni esercenti, per motivare il rifiuto dei buoni, hanno spiegato che la ditta che li produce ha preso a «pagare a singhiozzo, con tempi lunghi». Tempi che non tutti riescono a sopportare. Lo stesso ripetono in qualche supermercato romano. La protesta dei capitolini è montata al punto che l'argomento probabilmente sarà discusso già oggi in una riunione tra i delegati sindacali e i responsabili delle Risorse umane, convocata in origine per tutti altri motivi. Ma i buoni pasto, evidentemente, hanno priorità.
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