Roma, comunali, l'esercito degli assenti: «In 6mila hanno la legge 104»

Il delegato al Personale, Antonio De Santis, con la sindaca Virginia Raggi
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 23 Maggio 2017, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 17:20

Firmato l'accordo con i sindacati sul salario accessorio, il Campidoglio a trazione grillina rafforza i controlli sui permessi della legge 104. Congedi che, nel settore privato, interessano il 2 per cento appena dei lavoratori. Ma che nelle maglie del pubblico impiego raggiungono dimensioni decisamente più sviluppate (e sospette): quasi il 17% tra gli statali sfrutta le licenze per assistere famigliari disabili o malati. Percentuale che raggiunge il 28% tra i dipendenti capitolini. «In base a un nostro censimento spiega il delegato al Personale del Comune, Antonio De Santis i dipendenti di Roma Capitale con i permessi della 104 sono circa 6.500 su 23mila».

Un po' troppi, non trova?
«Va detta una cosa: in Comune l'età media del personale è di 53 anni, quindi è anche naturale che il dipendente medio possa avere genitori anziani con necessità di assistenza. Il trionfo di un diritto però non può diventare la fiera di un abuso. E noi dobbiamo tutelare chi è costretto a lavorare di più per sopperire a chi abusa».

Come pensate di intervenire, quindi?
«Intanto, per la prima volta, abbiamo censito il fenomeno. Poi abbiamo aumentato i controlli. In parallelo, come abbiamo già fatto nel 2016 e contiamo di fare anche in futuro, vogliamo favorire al massimo il turn-over assumendo i vincitori dei concorsi banditi in passato e poi bloccati. Ma servirebbero misure a livello nazionale per sostenere gli enti locali che si trovano in difficoltà con i limiti alle assunzioni. Poi, in linea generale, nella pubblica amministrazione servirebbe una vera e propria rivoluzione culturale».

In che senso?
«Non parlo di un'ottica meramente punitiva, che si è già dimostrata fallimentare. Bisogna favorire il ricambio generazionale e sbloccare le risorse per premiare efficacemente il merito e circoscrivere le sacche di inefficienza con provvedimenti severi».

Tra i comunali il tasso di assenza è intorno al 20%. Come si riducono numeri simili?
«Il nuovo contratto dei dipendenti valuterà attentamente il livello di presenza del personale, che verrà misurato nella produttività individuale. Poi miglioreremo gli standard dei servizi, legando finalmente i premi dei lavoratori ai risultati. Così valorizziamo il merito e la produttività degli uffici e dei singoli dipendenti. Peraltro la contrattazione nazionale pare andrà nella stessa direzione».

A proposito del nuovo contratto: dopo l'accordo con i sindacati, definito storico dalla Raggi, che tempi ci sono per l'approvazione finale?
«Credo che il passaggio in giunta arrivi a breve, il contratto entrerà in vigore dal primo luglio».

In Campidoglio, sul salario, siete riusciti a ottenere la firma di tutti i sindacati. Intanto Grillo, nel programma del M5S, scrive che bisogna destrutturare i corpi intermedi. Sono posizioni conciliabili?
«Mi faccia sottolineare che i sindacati che hanno firmato sono gli stessi che contro Marino scioperavano. Siamo riusciti a cambiare il clima con grande impegno, semplicemente abbiamo messo al centro i problemi che per anni hanno bloccato le trattative e tutti insieme abbiamo destrutturato questi temi, cercando soluzioni oltre il gioco delle parti. Tutti hanno lavorato per raggiungere un obiettivo e non solo per metterci il cappello come i vecchi schemi avrebbero preteso. Credo che si sia respirato quel clima di comunità e condivisione di cui parla Grillo e i risultati positivi lo dimostrano nei fatti».

Resta il nodo degli arretrati, quei 340 milioni di premi a pioggia distribuiti tra il 2008 e il 2012, che il Ministero dell'Economia ora vi chiede di recuperare. Come pensate di intervenire?
«L'eredità che abbiamo raccolto è pesantissima. Con il Ministero c'è un'interlocuzione che dura da anni e che proseguirà nelle prossime settimane. Già attraverso il contratto abbiamo voluto costruire uno strumento tecnico che costituisce un tassello del percorso. Una cosa deve essere chiara: la stagione dei premi a pioggia è definitivamente finita».

Un'ultima questione: gli sportelli dell'Anagrafe sono nel caos per le carte d'identità elettroniche, con tempi d'attesa che superano i tre mesi. Il Comune interverrà?
«Sì, l'assessorato competente sta lavorando ai correttivi, tra i quali dovrebbe esserci il blocco delle prenotazioni multiple. Finora il sistema di prenotazione consentiva di riservare anche due o tre appuntamenti per lo stesso documento».