Roma, Agcom sanziona il Comune: «Il sito viola la par condicio»

Roma, Agcom sanziona il Comune: «Il sito viola la par condicio»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 17 Febbraio 2018, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 14:21


La sindaca non informa più, almeno fino alle elezioni del 4 marzo. Virginia Raggi dovrà chiudere per un paio di settimane la sua rubrica online, pubblicata sul portale del Campidoglio, che propaganda i risultati della giunta pentastellata. Motivo? Questo spazio, ribattezzato appunto La Sindaca informa, rappresenta una «violazione della par condicio in periodo elettorale da parte di Roma Capitale». Lo ha messo nero su bianco l'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

La bocciatura è comparsa ieri sullo stesso sito del Comune, peraltro restaurato di fresco, dove si legge che l'Authority ha rilevato una serie di sbavature, rispetto a quanto previsto dalle leggi per via della comunicazione istituzionale di Palazzo Senatorio, «realizzata mediante la pubblicazione della pagina La Sindaca informa e delle pagine relative agli eventi The Pink Floyd exhibition, Nat West 6Nazioni di rugby e 101 dalla partenza del 101ø Giro d'Italia».

LA CONTESTAZIONE
In sostanza, l'Autorità ha rilevato che per quanto riguarda queste informazioni, «non ricorre il requisito dell'indispensabilità né l'indifferibilità dell'attività ai fini dell'efficace assolvimento delle funzioni proprie dell'ente». Inoltre, si legge nella delibera, «la pubblicazione di foto della sindaca, unitamente all'utilizzo del logo dell'ente e di dichiarazioni direttamente riferibili alla sindaca e all'assessore Daniele Frongia, rende il materiale informativo pubblicato dall'ente non conforme al requisito d'impersonalità».

La sanzione prevede la pubblicazione del messaggio dell'Agcom sulla pagina principale del sito del Comune per i prossimi quindici giorni. È stata la stessa Raggi a darne notizia su Facebook: «La rubrica #LaSindacaInforma - ha scritto- non sarà più online per i prossimi 15 giorni. Non potrete più informarvi di quanto si sta facendo a Roma». La prima cittadina ha fornito la sua versione dello stop imposto dall'Autorità: «Tutto è nato da un esposto del II Municipio (a guida Pd) al Comitato Regionale per le Comunicazioni della Regione Lazio: secondo l'esposto, queste notizie non sarebbero in linea con la par condicio».

Finisce qui? Raggi non ne è convinta e ha annunciato una battaglia legale per difendere la newsletter. «Presenteremo ricorso al Tar - ha fatto sapere ieri - contro questa decisione dell'Agcom anche perché non è così difficile vedere, dando un'occhiata ai siti istituzionali di ministeri e altri Enti (per esempio la Regione Lazio) o di altri Comuni italiani, che sulle homepage sono diffusi comunicati stampa addirittura con i virgolettati di chi è candidato alle prossime elezioni». E ancora: «Quando ci siamo insediati l'accusa era che comunicavamo solo tramite i social; ora non va bene se usiamo i canali istituzionali anche se nelle stesse modalità degli altri. A noi non interessa sapere la motivazione di questo diverso trattamento. Interessa andare avanti», conclude Raggi. Per l'Authority però, la propaganda della giunta, istituzionale o troppo grillina che sia, dovrà aspettare fino al giorno del voto.


 

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