Roma, Raggi: «Salario accessorio, sbloccati i fondi». Ma manca l'ok del Tesoro

Roma, Raggi: «Salario accessorio, sbloccati i fondi». Ma manca l'ok del Tesoro
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 12 Novembre 2016, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 10:10

La delibera è stata votata venerdì sera: la giunta di Virginia Raggi ha sbloccato gli arretrati del salario accessorio per i 23mila dipendenti del Campidoglio. La sindaca pentastellata ha deciso in autonomia, senza avere ottenuto il via libera formale del ministero dell'Economia, richiesto dall'ex commissario Francesco Paolo Tronca. Sulla questione il Mef non si è mai pronunciato, trapela da via Venti Settembre, c'è solo stata una presa d'atto delle intenzioni del Comune.

I BONUS CONGELATI
Il provvedimento votato dal Campidoglio ruota attorno a due capisaldi: da una parte viene autorizzato il pagamento, già nella busta paga di novembre, di 30 milioni di euro, vale a dire l'ultima parte dei bonus maturati dai lavoratori comunali nel 2015. Perché non erano stati pagati? Perché il commissario Tronca, per autorizzarne l'erogazione, aveva chiesto un parere al ministero dell'Economia sulla riforma del fondo per il salario accessorio da lui varata (riforma che ha ridotto drasticamente la parte variabile delle risorse, considerata troppo alta proprio dagli ispettori della Ragioneria generale). Il prefetto avrebbe voluto che il Mef riconoscesse a Roma Capitale la possibilità di riequilibrare il fondo, in quanto «ente di nuova costituzione» rispetto al vecchio Comune di Roma, mandato in soffitta con la riforma del 2010. Quel parere però, come detto, non è mai arrivato. Perché la linea del governo, finora, è stata molto chiara: il salario accessorio è una questione che riguarda Roma, quindi il Comune se ne assuma la responsabilità. Ecco perché, alla fine, la Raggi ha deciso di varare una delibera senza la copertura governativa.

Stesso discorso per l'altro tema affrontato nel provvedimento: l'«annosa questione», come l'ha chiamata la Raggi in un video diffuso su Youtube, dei bonus distribuiti illegittimamente ai dipendenti capitolini tra il 2008 e il 2012. Le indennità a pioggia, completamente slegate dal merito, ma distribuite in automatico. Quasi 340 milioni di euro, quantificati dall'Ispettorato generale di Finanza. La delibera annunciata ieri sostanzialmente esclude decurtazioni in busta paga. Ma fa sì che i fondi illegittimi vengano recuperati «mediante le economie di gestione che sono state già ricavate da Roma Capitale negli ultimi anni». In sostanza, dato che la legge consente agli enti locali di recuperare i salari irregolari attraverso tagli alla spesa, il Campidoglio vorrebbe far passare i risparmi già ottenuti con il piano di riequilibrio del Salva-Roma, varato dalla giunta Marino, per i tagli necessari al recupero dei bonus contestati.

«ORA IL MERITO»
Votata la delibera sugli arretrati, il Campidoglio ieri ha aperto il tavolo per riformare il contratto decentrato dei comunali. «La nuova contrattazione - ha detto la sindaca - non dovrà portare a un ritorno ai vecchi principi in base ai quali i salari venivano erogati a pioggia. Dobbiamo cambiare pagina, migliorare la macchina e riconoscere i premi in base alla produttività reale». Parte ora quindi la trattativa con i sindacati. Che ieri esultavano, dato che il Campidoglio con questi escamotage è riuscito a evitare - almeno per il momento - dolorosi sacrifici ai lavoratori. «Ora siamo pronti a sederci al tavolo per discutere la modifica delle indennità», ha detto Giancarlo Cosentino, coordinatore della Rsu del Comune.

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