Raggi chiama i vertici M5S: la polizza è un regalo di Romeo a mia insaputa

Raggi all'uscita dall'interrogatorio
di Simone Canettieri e Mauro Evangelisti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Febbraio 2017, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 08:24
Devo chiamare Beppe. Durante la pausa dell'interrogatorio con i pm, in cui Virginia Raggi ha scoperto che non sarebbe stata una passeggiata come aveva sempre detto a tutti rimuovendo il problema, la sindaca di Roma ha sentito la necessità di fare una telefonata, di mandare messaggi. Magari non ha parlato direttamente con Grillo, però ha voluto informare i vertici del movimento che poteva spiegare tutto, che Salvatore Romeo, l'uomo a cui avrebbe poi triplicato lo stipendio, l'aveva beneficiata della polizza da 30mila euro senza informarla, «una carineria».

A mia insaputa, è stata la formula usata, una definizione però che già a Scajola non portò molta fortuna. Dopo mezzanotte, concluso l'interrogatorio fiume, c'è chi assicura che si sia sentita in video conferenza con la Casaleggio. Nel frattempo si sono alzate voci di dimissioni imminenti, ma lei con un viso a metà tra l'inconsapevole e l'allegro ha spiegato che andrà avanti.

Sempre più nervosa e fragile, senza il sostegno dei suoi due fedelissimi - Raffaele Marra è stato arrestato, Salvatore Romeo ha dovuto rinunciare all'incarico di capo della segreteria politica -, la Raggi ogni volta che la sedia su cui sta seduta perde un pezzo, reagisce in un solo modo: chiede aiuto a Grillo, Casaleggio e dintorni, ai vertici, si giustifica, spiega, assicura (forse è meglio non usare questo verbo). «Ma in questo caso - digrignano i denti alcuni consiglieri comunali stanchi delle sue giustificazioni - dovrà essere molto convincente: può essersi sbagliata nel fidarsi della Muraro e di Marra, ma questa storia della polizza a sua favore non riusciamo a capirla».

Ecco, Virginia Raggi, sempre più assediata da microfoni e telecamere che l'altro giorno l'hanno marcata stretta anche alla sfilata di moda di Renato Balestra, oggi dovrà affrontare di nuovo la sua maggioranza. I fedeli di Roberta Lombardi, che per prima ha denunciato che un virus aveva infettato il movimento a Roma, sono sempre meno propensi a mordersi la lingua. Perfino Marcello De Vito, colpito da un dossier durante le primarie per favorire la Raggi, di solito prudentissimo, ieri si è lasciato scappare: «La polizza? Il rapporto Raggi-Romeo? Sono i diretti interessati a dovere dare spiegazioni».

LE MOSSE
La strategia di Virginia Raggi, che è quasi una debolezza del suo carattere, ha sempre puntato sul «negare, omettere e minimizzare». Quando le è arrivato l'avviso di garanzia per falso e abuso di ufficio sulla nomina del fratello di Marra e i pm le hanno annunciato che l'avrebbero interrogata, lei ha spiegato quasi fosse un merito: «Sono stata invitata a comparire». Quando ieri tutto il mondo sapeva che sarebbe andata ai pm, ai cronisti che chiedevano conferma ha minimizzato: «Vedremo...».

A Grillo e ai vertici del movimento che, tramite i parlamentari Bonafede e Fraccaro, le avevano chiesto se c'erano insidie, da giorni ripeteva che non ci sarebbero state sorprese, che avrebbe chiarito tutto, una semplice formalità, gossip. Ieri prima è emerso il mistero della polizza da 30 mila euro intestata da Romeo, il funzionario con il quale si appartava sui tetti, poi si è constatato che l'interrogatorio stava durando oltre otto ore. Altro che «una semplice formalità».

E mentre il marito Andrea Signorini, attivista del Movimento 5 Stelle e nonostante la separazione fedelissimo della Raggi, scriveva su Facebook «non vedo nessun reato in quella polizza, per riscuotere lo dovrebbe ammazzare» (post poi cancellato), gli ortodossi del Movimento meditavano la spallata finale: «Ora Grillo deve staccare la spina». Poco dopo mezzanotte, con il viso sempre più tirato ricoperto da un sorriso indecifrabile, Virginia Raggi è uscita da una caserma dei carabinieri sulla Tuscolana dove i pm l'hanno interrogata. «Sono sconvolta, non sapevo nulla della polizza». La «semplice formalità» era terminata. Sempre più sola, senza Marra, senza Romeo, con Frongia sempre più isolato. Tra i consiglieri comunali c'era chi ripeteva seccato di essere stanco di fare l'Ispettore Derrick a causa della Raggi, chi prevedeva: «Questa volta deve dirci tutta la verità, non solo mezza. Altrimenti, tutti a casa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA