Caso Raggi, i vertici M5s blindano il sindaco: «Avanti con lei, ora ha squadra fidata al suo fianco»

Caso Raggi, i vertici M5s blindano il sindaco: «Avanti con lei, ora ha squadra fidata al suo fianco»
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Venerdì 3 Febbraio 2017, 13:20
Avanti con Virginia Raggi, salvo nuovi colpi di scena o risvolti giudiziari insostenibili. Questa la linea dei vertici del M5S, emersa ieri in serata ma confermata in queste ore. Raggi, è il ragionamento di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, ora ha una squadra fidata al suo fianco. Non solo l'assessore alle Partecipate Massimo Colomban, il nuovo vicesindaco Luca Bergamo e il resto della giunta. Ma anche i due deputati Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, che dopo l'arresto di Raffaele Marra affiancano la sindaca quotidianamente come membri del gruppo di supporto ai Comuni M5S, il vero anello di congiunzione con Genova e Milano. «Gli errori politici ci sono stati, innegabili», riconoscono i vertici. «Ma la squadra ora sta lavorando bene, da un mese e mezzo con un nuovo cambio di passo», è la convinzione. Grillo e Casaleggio, dopo aver consultato i legali, vedono uno spiraglio dopo ore drammatiche. Ma in cui il leader del M5S non ha mancato di sdrammatizzare, vestendo i panni del comico e intervallando i momenti di sconforto con battute sagaci a interrogatorio di Raggi in corso, racconta chi lo ha sentito in quelle ore all'Adnkronos. Ma se i vertici tirano dritto rinnovando la fiducia alla sindaca, la tensione nel M5S è ai massimi livelli. La dice lunga che, a quanto si apprende, nemmeno un messaggio a favore della sindaca è stato postato nella chat dei parlamentari. Chat dove continuano a tacere i big, non solo Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, ma anche i due 'pretorianì, Fraccaro e Bonafede.

Sul piede di guerra i 'duri e purì del M5S, pronti a chiedere a Grillo di vestire i panni da garante e intervenire a tutela dell'immagine del Movimento.
Ma anche chi solitamente preferisce tenere un profilo basso non nasconde sorpresa e delusione. Tangibili. Per una storia che, a detta della maggior parte dei parlamentari, resta «ingiustificabile. Perché - osserva più di un parlamentare - anche se fosse stata all'oscuro della polizza, Raggi ha mostrato di non avere capacità di discernimento. La prova è nella scelta dei suoi fedelissimi -Marra e Romeo- resi da lei degli intoccabili e artefici dei guai di Roma». In tanti, poi, pensano che dietro la vicenda si nasconda ben altro. E temono che la storia si ingrossi, trascinando l'intero Movimento nel fango. Più fiduciosi i vertici, dopo aver ascoltato legali e consulenti pratici di polizze assicurative. Raggi avrebbe incassato dei soldi -il ragionamento- solo in caso di morte di Romeo, dunque una possibilità remota. Dalla intervista della sua ex fidanzata, Bonaccorsi, risulta evidente che l'ex capo della segretaria della sindaca aveva questo assurdo modo di fare. Ovvero investire soldi per un proprio tornaconto -solo lui poteva recedere dalla polizza e riscuotere il 'bottinò- poi vantandosi con terzi della propria generosità o con l'obiettivo di lasciare qualcosa alle persone più care in caso di morte. Una ricostruzione che tuttavia non convince la maggioranza del Movimento: «ridicola», la bollano in tanti. E che rischia di far deflagrare una squadra dove gli stessi vertici fanno fatica a tenere a freno le divisioni.
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