Grillo, fiducia a tempo a Virginia: «E chi dissente non sarà ricandidato»

Grillo, fiducia a tempo a Virginia: «E chi dissente non sarà ricandidato»
di Stefania Piras
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Gennaio 2017, 08:02
ROMA «Stiamo a vedere». Attoniti, sebbene preparati all'arrivo dell'avviso di garanzia.
Ormai è un gioco delle parti sempre più freddo quello tra Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Virginia Raggi a cui comunque è stata confermata una fiducia a tempo determinato. La sindaca ha telefonato ai due leader per comunicare la notizia dell'avviso d'indagine sul conflitto di interesse. Abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. Reati per cui il M5S ha chiesto le dimissioni di amministratori e sindaci. Sono due ipotesi di reati che assomigliano tanto a due pugni sferrati così durante un già agitato martedì pomeriggio che voleva essere, nelle intenzioni dei vertici, il gran ritorno alla disciplina, al rigore, poiché solo poche ore prima sul blog era stato diramato un comunicato durissimo in cui di fatto si obbliga a concordare le comunicazioni con la stampa, pena la ricandidatura.
Un segnale forte che gettato nello scompiglio i parlamentari. «Ci chiedono a noi di essere retti e ubbidienti, vediamo quando arriverà l'avviso a Raggi», hanno commentato fonti romane. E infatti poco dopo si materializza il tanto temuto avviso.

IL REGOLAMENTO
«Ce l'aspettavamo, era nell'aria. Ora lasciamo lavorare la magistratura e speriamo di venirne presto fuori». Così il deputato romano del M5S, Stefano Vignaroli. Nel frattempo arriva un post garantista del segretario Pd Matteo Renzi e un altro deputato pentastellato sgrana gli occhi: «Il mondo va alla rovescia». Altri si interrogano se scatterà o meno il cartellino giallo che, secondo il nuovo regolamento giudiziario votato online i primi di gennaio, punisce la condotta, ovvero i comportamenti che violano i principi del M5S. La gamma della condotta sanzionabile va dalle dichiarazioni fino alle chat compromettenti, quelle in cui non si ravvisa un interesse collettivo. La procedura è in mano ai leader, basta una segnalazione di un attivista o un parlamentare al gestore del sito, ovvero Davide Casaleggio che valuta se aprire o no il procedimento disciplinare.

Ma i vertici, soprattutto Davide Casaleggio, si schierano per la linea garantista. «Ha sbagliato a mettere una firma». La carezza indulgente arriva da Alessandro Di Battista, l'unico che è andato in tv ieri sera a difendere la sindaca. Missione difficilissima perché i parlamentari al sentir pronunciare il cognome Raggi ormai alzano allargano le braccia. Virginia è di nuovo blindatissima mentre ai parlamentari si chiede fedeltà e silenzio. Una stretta disciplinare diramata via blog e indotta dalle recenti considerazioni di deputati e senatori che avevamo espresso disagio sugli endorsement filo Trump di Grillo.

Nel mirino dei vertici che hanno bandito qualsiasi «uscita goffa e maldestra» ci sarebbero diversi parlamentari, otto o forse nove, incluso un big come Fico, che rischiano ora un richiamo o una sospensione. Nel monento in cui verranno scelte le ricandidature quella sanzione peserà. Tradotto, si sta studiando un metodo Pizzarotti: se sei sospeso o comunque sanzionato non puoi ripresentarti. «Ma noi siamo stati eletti mentre la comunicazione non è stata eletta da nessuno, è una stupidaggine», confessa preoccupata una deputata.«Sono le cicliche manie di controllo della comunicazione, è assurdo», le fa eco un collega. «Quando viene a mancare il principio di auctoritas succede questo, vi ricordate Vespasiano? L'imperatore che decretò per legge la sua autorità evidentemente non riconosciuta da nessuno?», questa la citazione colta di un altro portavoce che vede nei nomi degli addetti stampa snocciolati sul blog un indebolimento di quella autorevolezza invano cercata. E qui c'é chi ricorda il regolamento del 2011 che prevedeva piena libertà di espressione. Nel 2011 Grillo si preparava alle politiche e le regole erano diversissime: «Ogni eletto risponderà al Programma del M5S e alla propria coscienza, non a organi direttivi di qualunque tipo».