Primarie, i dolori dei giovani Pd: scoppia il caso tessere gonfiate

Primarie, i dolori dei giovani Pd: scoppia il caso tessere gonfiate
di Simone Canettieri
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Sabato 12 Marzo 2016, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 09:53
Una settimana dopo le primarie dei grandi, tocca ai dolori dei giovani del Pd. La denuncia questa volta è preventiva: niente schede bianche gonfiate a dismisura dopo lo spoglio, ma direttamente tessere quasi raddoppiate per le primarie chiamate a eleggere oggi e domani il segretario nazionale della costola verde del Nazareno. In ballo ci sono Mattia Zunino e Dario Costantino. Entrambi Giovani Turchi, ma con diverse sfumature di orfinismo. Il primo è il candidato di bandiera del gruppo di under che ruota intorno al commissario del Pd, il secondo fa riferimento a Fausto Raciti. Il voto di Roma sarà fondamentale per eleggere il «baby Renzi». Ammesso che non salti tutto prima, vista l'aria che tira.

IL RAFFRONTO
Bene, in un anno stando alle cifre ufficiali che circolano in queste ore, i Giovani democratici della Capitale sono passati da 1.100 a quasi 2.000. Un miracolo? Di sicuro «un numero anomalo», riflettono tutti, per una formazione che non è riuscita nemmeno a esprimere una candidatura alle ultime elezioni della Sapienza, l'ateneo più grande d'Europa. Un tesseramento «esploso» e fuori controllo. Basta prendere due termini di paragone abbastanza importanti: dopo Mafia Capitale il partito democratico non va oltre le 7mila tessere, domenica alle primarie per il candidato sindaco i giovani si sono visti con il lanternino: roba di qualche centinaia.
 
Eppure, a Roma sembra esserci una nuova folgorazione democrat. Oggi e domani la situazione si preannuncia esplosiva anche per una serie di regolette che sono state inserite. Tipo: si vota in 32 seggi sparsi nell'Urbe, ma per gli iscritti, con tanto di tesserina Gd (che non contempla la foto) in tasca, non ci sarà bisogno di presentare un documento di riconoscimento. Il timore, denunciano i fedelissimi di Dario Costantino, è che «ci siano tour nei seggi con ragazzi che votano più volte lo stesso candidato: tanto nessuno controlla». Ma come è possibile che con un Pd a pezzi adesso ci sia tutto questo rigurgito giovanile all'ombra del Cupolone? In effetti, se lo chiedono un po' tutti. Il circolo di via Crema, chiuso dalla famosa relazione di Fabrizio Barca sul «partito cattivo e pericoloso», è riuscito ad arrivare in pochi giorni a 100 iscritti a Gd. Prima erano 40, all'ultimo congresso hanno partecipato in sette. E qui attenzione c'è un'altra storia simpatica da raccontare.

LA DENUNCIA
A Roma si è democratici fino a una certa età e a corrente alternata. Denuncia Constantino: «Solo 768 iscritti ai Giovani democratici aderiscono al Pd su un totale di 1900». Intanto ciò che rimane del partito romano, commissariato da un anno e mezzo proprio da Orfini, continua a non dire una parola. In sottofondo si parla allegramente di «brogli», «mancanza di trasparenza» con richieste abbastanza esplicite: «Questo congresso va annullato». Con un colpo di spugna in tutta Italia, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta. A Napoli, per dirne una, i ragazzi si sono presi a botte. Molti parlano di scissione, come fanno i senior in transatlantico. Il banco sta per saltare al punto che il «caso Roma» potrebbe essere l'ultima goccia di un vaso già colmo.

L'APPELLO
E' sempre il candidato Costantino a spiegare: «Le nostre idee - ha concluso - e il nostro entusiasmo li metteremo al servizio di un soggetto giovanile nuovo, autenticamente democratico che chiederemo venga federato al Pd ai sensi dell'articolo 29 dello statuto nazionale del partito». E intanto la guerra dei numeri continua. A colpi di denunce e spintoni, più o meno verbali.

Piccolo promemoria finale. Quando Matteo Orfini diventò commissario, dopo gli scandali di Mafia Capitale e dei capibastone, mise sotto a lavorare i ragazzi della Giovanile per verificare il tesseramento. Ma chi controlla i Gd di Roma?
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