Ostia diserta i comizi, domani urne aperte con l'incubo astensione

Ostia diserta i comizi, domani urne aperte con l'incubo astensione
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
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Sabato 18 Novembre 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 13:57

«Buona sera popolo di Ostia», esordisce dal palco di piazza Anco Marzio Monica Picca, la candidata del centrodestra. Ma di questo «popolo», lì tutto intorno a lei, se ne vede poco. E ancora peggio va alla sfidante pentastellata Giuliana Di Pillo, che nonostante la presenza della sindaca Virginia Raggi al comizio, racimola un centinaio di fan nello slargo di piazza Tor San Michele. La campagna elettorale per il voto nel X Municipio, dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni criminali, si chiude nel segno della mestizia. Piazze vuote, in attesa di capire quanti saranno i votanti domani. Due settimane fa, al primo turno del 5 novembre, si presentò ai seggi poco più di un elettore su tre, il 36%. E tra 24 ore potrebbe andare ancora peggio; nei due comitati elettorali aleggia da giorni la previsione di un flop storico di partecipazione: meno del 30% degli aventi diritto. A quel punto la battaglia per conquistare la fascia di minisindaco di Ostia, Acilia e Casal Bernocchi si giocherà su un pugno di voti e saranno decisive anche le preferenze personali dei singoli candidati di lista. Questo almeno sperano nel centrodestra, che a sostegno di Picca ha schierato cinque simboli, mentre il Movimento, as usual, ha corso in solitaria, anche se in vista del ballottaggio è venuto allo scoperto il feeling con la sinistra di don Franco De Donno che il 5 novembre ha raccolto un buon 8% di consensi. Giocheranno un ruolo importante anche i voti di Casapound (9%), ma i fascisti del Terzo millennio hanno invitato i propri elettori a disertare le urne. Urne blindate, «ma non militarizzate», come ha chiesto il ministro dell'Interno, Marco Minniti: ci saranno i presidi fissi di Esercito e forze dell'ordine, ma anche agenti in borghese nei feudi dei clan.

SUI PALCHI
L'incertezza del risultato e il rischio di un'astensione record ha tenuto lontano dal litorale romano quasi tutti i leader dei partiti. Ieri sera accanto a Monica Picca c'era soltanto Giorgia Meloni, che ha rimarcato i problemi della città «dopo un anno e mezzo di governo del Movimento Cinquestelle». La presidente di Fdi ha menzionato quindi «le buche», «la Colombo con i limiti a 30 all'ora», «i furti», «i mercati abbandonati». Strizzando un occhio ai balneari che si spartiscono da anni 18 chilometri di costa. «Per alcune licenze ci sono dei problemi, ma molti hanno investito sulle spiagge», è la difesa della leader di Fratelli d'Italia. E dal palco del centrodestra altri ancora si scagliano contro «la riforma Bolkestein» che metterebbe finalmente sul mercato le concessioni. «I grillini sono il Movimento Cinque balle», gli slogan della Picca. «Se sarò eletta - promette - lavorerò per ripristinare nel Municipio X sia il giudice di pace che il Tribunale». E ancora: «Non voglio i voti degli Spada».

A trecento metri di distanza, al comizio grillino, parla la Raggi e promette «l'abbattimento del Lungomuro», cita anche lei le immancabili buche da riparare, dice che «il futuro di Ostia non va separato da quello di Roma». Durante la serata si alternano i parlamentari grillini, da Paola Taverna ad Alessandro Di Battista, mentre Di Pillo dice: «Con noi la criminalità troverà le porte sbarrate».

 

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