Olimpiadi, M5S detta il no a Raggi. I campioni di Rio: «Sì al sogno»

Raggi
di Marco Conti
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Venerdì 9 Settembre 2016, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 08:06

«Sulla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, la sindaca deciderà dopo le Paralimpiadi» iniziate ieri a Rio sostengono al Campidoglio. Bisognerà attendere quindi almeno il 18 settembre, continuano a sostenere i più stretti collaboratori. Le indiscrezioni su un ormai quasi certo no della sindaca però fioccano. Soprattutto crescono le prese di posizioni contrarie dei big del M5S che mettono le mani avanti. Ultimo, il vertice M5S che mercoledì sera ha gridato forte dal palco - issato nella piazza di Nettuno - due no, uno alle Olimpiadi e l'altro al referendum costituzionale.

Dichiarazioni che più che anticipare la sindaca svelano il livello di diffidenza che c'è nel M5S. Le tormentate vicende della giunta-Raggi hanno avvelenato il clima nel movimento grillino. Sospetti, paure e contrapposizioni tra direttorio del Movimento e sindaca, spingono i leader nazionali, Grillo compreso, a mettere le mani avanti dando per scontato il no.

COERENZA
«Il loro no è coerente con quanto hanno detto durante la campagna elettorale», sostiene Stefano Fassina, esponente di Sinistra Italiana. Il no è quindi dettato dal direttorio del M5S anche se poi sarà la Raggi a pronunciarlo e a doverlo sostenere prima in giunta e poi in consiglio comunale dove comunque si dovrà votare, con scenari imprevedibili.

Visti gli incertissimi passi sinora compiuti a Roma dai pentastellati e l'esile equilibrio interno raggiunto dal M5S, resta difficile ipotizzare ripensamenti. Al Comitato Olimpico confidano che la Raggi mantenga l'impegno ad incontrare il presidente del Coni Giovanni Malagò, prima di ufficializzare ogni decisione, anche se non si fanno illusioni. La Raggi ha a suo tempo promesso di incontrare Malagò «prima della fine dell'estate» ed è quindi probabile che i due possano vedersi il 19 o 20 settembre, dopo il rientro da Rio della squadra azzurra. Se finisse male, contro il Campidoglio potrebbe aprirsi una pesante causa per danno erariale per il progetto di Roma 2024 costato finora 10 milioni di euro di soldi pubblici.

Ieri gli atleti medagliati alle ultime Olimpiadi di Rio hanno inviato alla Raggi una lettera aperta nella quale invitano la Raggi «a non chiudere la porta davanti ad un'occasione irripetibile». «Riportare i Giochi nel nostro Paese e nella nostra Capitale - scrivono gli atleti - darebbe alle nuove generazioni il necessario ottimismo per credere in un futuro migliore. Lei può dare un impulso decisivo ai nostri sogni e una motivazione di entusiasmo per tutto lo sport italiano». Più o meno sullo stesso tono la lettera di Niccolò Campriani, tre volte campione olimpico: «Cara Raggi, dia impulso ai nostri sogni e sostenga la candidatura di Roma 2024: gareggiamo insieme per conquistare una speranza». All'appello degli atleti si unirà oggi quello di Confindustria e della conferenza dei Rettori. Tutti in favore di una candidatura che permetterebbe - sostengono i fautori dell'iniziativa - di far arrivare sugli impianti sportivi della Capitale, fatiscenti e a carico del Comune, due miliardi di euro.
Dalle vicende romane Matteo Renzi cerca di tenersi alla larga anche se ieri pomeriggio, al telefono con Malagò, ha deciso di attendere la pronuncia ufficiale della Raggi prima di trarre conclusioni.

Parlando ieri alla Festa dell'Unità di Reggio Emilia si è dichiarato «dispiaciuto» per ciò che sta accadendo nella Capitale. «Chi dice di no magari per questioni interne, rifarsi verginità nel dibattito di Roma a me sembra triste per Roma e per l'Italia - sostiene - decideranno loro, hanno vinto loro, ma non si può dire di no perchè si ha paura del futuro». Il premier continua a considerare le Olimpiadi «una opportunità» per Roma, così come l'Expo lo è stato per Milano. Purtuttavia non intende sostituirsi alla sindaca di Roma: «Se dicesse no sarebbe un peccato ma non bypasseremo Roma e non ci sarà polemica da parte del governo», ha sostenuto Renzi durante un suo recente viaggio in Cina. L'atteggiamento di palazzo Chigi nei confronti della Raggi ha il pregio di tenere ancora viva la flebile candela, ma il pressing del M5S sulla Raggi e sui due assessori che si sono detti favorevoli, è fortissimo.

GOVERNO
Martedì prossimo la Raggi verrà udita sull'argomento dalla commissione Cultura e Sport del Senato. «Spero che la giunta della Capitale valuti bene la propria determinante posizione - sostiene il presidente della Commissione Andrea Marcucci - perdere questa straordinaria opportunità non sarebbe un segnale di speranza per Roma e per il Lazio». «Se dirà no, come mi sembra ormai assodato, non solo Roma, ma tutta Italia può scordarsi di poter presentare candidature per decenni», sostiene Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d'Italia.

La battaglia tra favorevoli e contrari è quindi destinata a proseguire ben oltre il responso della sindaca e i ricorsi non fioccheranno.

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