Caso nomine, «Doppia udienza per Marra»: ​ipotesi rinvio per processo a Raggi

Caso nomine, «Doppia udienza per Marra»: ipotesi rinvio per processo a Raggi
di Lorenzo De Cicco e Sara Menafra
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Mercoledì 3 Gennaio 2018, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 11:29

L'appuntamento che apre la campagna elettorale del Movimento Cinquestelle non è tra i più felici: il 9 gennaio, la prossima settimana, si celebra l'udienza preliminare contro il sindaco Virginia Raggi, accusata di falso per le dichiarazioni relative alla nomina del fratello di Raffaele Marra, Renato, al vertice del dipartimento Turismo del Comune (con aumento di stipendio di 20mila euro).

Davanti al giudice si presenterà anche lo stesso Marra, all'epoca dei fatti uomo di strettissima fiducia del sindaco e accusato di aver abusato del suo ruolo di capo dell'ufficio Personale, facilitando la promozione del fratello. Una mattinata complicata quella del 9 per Marra: a inizio giornata siederà in un altro processo, dove risponde di corruzione assieme all'imprenditore Sergio Scarpellini. Proprio per permettergli di partecipare ad entrambi i processi, il gup Raffaella De Pasquale ha fissato per la tarda mattinata l'udienza preliminare che lo vede al banco degli imputati assieme a Raggi. La sovrapposizione tra i due appuntamenti, però, potrebbe costringere comunque a far slittare la decisione sul rinvio a giudizio ad altra udienza, considerato che oltre alla Procura devono prendere la parola tre avvocati della difesa (per Raggi, Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, per Marra Francesco Scacchi) e che non è escluso che l'ex dirigente comunale decida di fare dichiarazioni spontanee prima della decisione.

STRATEGIE PROCESSUALI
Sebbene il sindaco abbia da tempo negato di voler attivare i riti premiali come abbreviato o patteggiamento, potrebbe invece decidere di chiedere il processo immediato proprio all'inizio dell'udienza preliminare: una scelta che le consentirebbe di allontanare l'apertura del dibattimento dalla campagna elettorale tanto più che, comunque vadano le cose, l'assoluzione senza processo sembra improbabile anche solo per la complessità della vicenda. L'episodio di cui potrebbe essere chiamato a rispondere il sindaco è di poco più di un anno fa: in piena bufera politica sul ruolo di Marra all'interno del suo «cerchio magico» e quattro giorni prima del suo arresto, Raggi deve dare chiarimenti sulla promozione di Renato Marra al responsabile anticorruzione del Comune, Maria Rosaria Turchi, che a sua volta sta rispondendo alle richieste provenienti dall'Anac. In quella lettera, Virginia Raggi dice di aver scelto autonomamente di promuoverlo. Le intercettazioni diranno poi che Marra ha avuto un ruolo centrale in tutta la fase di selezione anche se sarà ora la Procura a dover dimostrare il cosiddetto «dolo specifico» e cioè che il sindaco nel dire una cosa rivelatasi non vera era cosciente della valenza di quella dichiarazione scritta.

Un ruolo cruciale lo giocherà l'assessore Adriano Meloni, che secondo quanto scritto da Raggi in una memoria difensiva avrebbe voluto per primo la nomina di Renato Marra al Turismo. Una versione confermata pubblicamente anche dal titolare del Commercio, che però all'eventuale processo dovrebbe arrivare quasi sicuramente da ex assessore. In Campidoglio danno il suo addio per imminente, non solo per le dichiarazioni sulla liaison tra M5S e la famiglia Tredicine, poi rimangiate con tanto di scuse.

IL RIMPASTO
«Adriano è molto impegnato e da tempo vuole tornare a Milano», trapela da Palazzo Senatorio.

Lui per ora si gode qualche giorno di vacanza in America, a Washington DC, e non tornerà in Italia prima di lunedì, proprio a ridosso dell'udienza preliminare. Lascerà solo dopo questo snodo giudiziario, probabilmente a fine mese; il rimpiazzo è già pronto: il suo capo staff Leonardo Costanzo. Sarebbe un passo indietro concordato, alla Colomban. E potrebbe non essere l'unico, in questo primo scorcio di 2018: una pattuglia sempre più nutrita di consiglieri M5S ha messo nel mirino l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. C'è già il presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefano, che scalpita per prenderne il posto.

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