Una talpa scuote la giunta Raggi. Grillo al sindaco: «Non ti aiuterò sempre»

Una talpa scuote la giunta Raggi. Grillo al sindaco: «Non ti aiuterò sempre»
di Simone Canettieri
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Sabato 7 Gennaio 2017, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 09:20

«A questo Romeo, in quanto dipendente comunale, andrebbe fatta una bella lettera di richiamo: ma chi gliela scrive? Marra come capo del Personale?». Anche se ulcerato dalla rabbia per il «danno d’immagine, l’ennesimo, al M5S» Beppe Grillo ieri mattina non ha potuto fare a meno di concedersi con i suoi una battuta. Seppur amara, in una giornata passata dai vertici pentastellati a commentare l’intervista surreale «e volgare» del fedelissimo di Virginia Raggi.
«Adesso andremo a verificare se questo Romeo è iscritto al M5S e cercheremo il modo di buttarlo fuori: noi siamo un’altra cosa, siamo diversi, non solo per le azioni ma anche per i modi di parlare», è stato lo sfogo di tutti i big pentastellati, da Davide Casaleggio a Luigi Di Maio, che si sono rimbalzati sulle chat le parole dell’ex capo della segreteria politica di «Virginia». Scherzando qualcuno all’interno del M5S lo ha chiamato il «miracolo di Romeo»: prima Marra, adesso lui sono riusciti a ricompattare le due anime del MoVimento. Quella che vorrebbe staccare la spina al Campidoglio, fronte largo ortodosso, e chi invece è per andare avanti nonostante tutto perché Roma, al contrario della Genova di Paolo Conte, «non è un’idea come un’altra».

IL NODO
La bufera arriva a pochi giorni da quella che è attesa come una tempesta. E cioè l’indagine della Procura nei confronti della sindaca proprio per la vicenda delle nomine dello staff. «La linea al momento - si sono ripetuti Grillo e Casaleggio - rimane quella della difesa giudiziaria, almeno fino al primo grado di giudizio, salvo nuovi sviluppi, certo». E cioè la rivelazione di dettagli dell’inchiesta, che potrebbero non avere risvolti penali, ma sicuramente ricadute politiche imbarazzanti. «Cosa ci sarà in queste chat?», si domandano un po’ tutti i parlamentari soprattutto dopo le allusioni di Romeo. Il Codice Etico appena coniato tecnicamente blinda la sindaca da un avviso di garanzia. Ma come spiega a Il Messaggero Roberta Lombardi «è tutt’altro che garantista». Sono «i principi che applichiamo da sempre, messi nero su bianco e che deve seguire ogni portavoce. Ora bisogna applicarlo». La parte a cui fa riferimento la deputata Lombardi è legata a un danno d’immagine che potrebbe spuntare fuori dall’inchiesta sul Campidoglio a 5Stelle.

I RAPPORTI
Rimane il giudizio «etico e politico» su Virginia come riflettevano ieri i maggiorenti del MoVimento l’idea di avere a che fare con un «corpo estraneo». «Le abbiamo detto per settimane e mesi che Marra e Romeo dovevano essere tolti da quelle posizioni ma lei è andata avanti, e queste sono le continue conseguenze di errori irrimediabili». Un danno d’immagine che si perpetua, spiega chi sta vicino al comico di Genova. Che nei momenti di ira ripete: «Cosa devo fare con questa signora?». Le cose da spiegare in effetti sono molte, sempre di più. E i rapporti diretti tra l’asse Genova-Milano e il Campidoglio oscillano a seconda delle giornate. Fluttuano tra le gaffe, le interviste e la paura di sviluppi giudiziari. La puntellatura va comunque avanti quasi a testa bassa.
La mossa di Luca Bergamo vicesindaco per riequilibrare a sinistra la giunta («Anche se si sta prendendo troppe licenze, si sente uno statista» attaccano dal M5S), la delegazione di parlamentari (Bonafede e Fraccaro) che hanno messo le tende a Palazzo Senatorio e poi il ruolo di super assessore per Massimo Colomban sponsorizzato dalla Casaleggio e per finire l’arrivo del nuovo direttore generale. Argini. Per una difesa, ha assicurato Grillo, che non sarà eterna e incondizionata.
 

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