Roma, Mazzillo dimezzato: vertice M5S nella notte per trattare l'uscita

Andrea Mazzillo e Raggi
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 16:10

Mentre gli assessori si esercitano nel dribbling ai cronisti, nell'ennesima giornata di tensione per la giunta M5S, in Campidoglio si affaccia Aldair, l'ex difensore della Roma del terzo scudetto. «Vengo io a fare l'assessore, so che cercano volti nuovi...», scherza dopo una mini-riunione con Virginia Raggi per un'amichevole di beneficenza. Ma la sindaca, ieri, aveva ben altro a cui pensare.

Il suo ex fedelissimo Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio e al Patrimonio, è ormai con più di un piede fuori dal governo di Roma. Dopo giorni di affermazioni contro i «pendolari venuti da Milano» e indicati da Casaleggio, la sindaca ha deciso di dimezzargli le deleghe dopo che lui stesso aveva restituito quella alla Casa sabato scorso. Il Patrimonio andrà al nuovo assessore alle Politiche abitative, che dovrebbe essere formalizzato già tra oggi e domani, insieme al nuovo assessore ai Lavori Pubblici (in pole c'è Margherita Gatta). Un rimpasto con due ingressi in giunta (entrambe donne) per rispettare le quote rosa.

Di queste manovre Mazzillo viene informato solo via chat. «Virginia neanche mi ha chiamato, ma è questo il modo di comportarsi?», si sfoga con i collaboratori più vicini. E il moto di stizza sfocia in un comunicato stampa al vetriolo che viene mandato ai giornalisti senza passare per l'ufficio comunicazione del Comune. Un canale ufficioso che serve al responsabile dei conti romani per ribadire la frattura con la Raggi ormai è marcata. «Ho preso atto via chat dell'intenzione della sindaca di nominare altri due assessori», dice Mazzillo, che sottolinea di non «essere neanche stato informato» del suo depotenziamento. Una procedura «irrituale», che lo ha portato comunque a rimettere la delega sugli immobili comunali. È il preludio dell'addio? Ieri pomeriggio Mazzillo smentiva ancora una volta le dimissioni: il passo indietro sul Patrimonio, sosteneva, «mi consentirà di concentrarmi con ancor maggior impegno per garantire la solidità dei conti di Roma Capitale, in modo da consentire alla sindaca di attuare il programma di rilancio della Capitale». Concetti ribaditi anche in un'intervista al Tg1. Ma il solco che divide l'ex mandatario elettorale della Raggi dalla prima cittadina è ormai troppo profondo.

VERTICE NOTTURNO
Alle sette di sera si riunisce una giunta d'emergenza. Virginia Raggi, arrivata intorno alle 16 a Palazzo Senatorio, non vuole rispondere alle domande sulla permanenza di Mazzillo. Dopo di lei sfilano tutti gli assessori: il vicesindaco Luca Bergamo («non voglio parlare di Mazzillo»), l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori («vediamo quello che succede»), la responsabile dell'Ambiente, Pinuccia Montanari.

Mazzillo entra ancora una volta da un ingresso laterale, quello della Ragioneria generale, in via del Tempio di Giove. Si sfoga con chi incontra nei corridoi di Palazzo Senatorio: «Delle nomine di Atac, anche stavolta, non sapevo nulla. Ma vi pare possibile? Anche sul Patrimonio, Virginia non mi aveva informato». Mentre si riunisce la giunta, la sindaca e l'assessore al Bilancio non si parlano mai. Solo dopo, intorno alle nove, arriva il confronto finale.

LE REAZIONI
L'ennesima falla nella giunta pentastellata è un assist all'opposizione per attaccare Raggi e il M5S: «Ormai il prossimo assessore sarà quello alle dimissioni, per gestire tutto sto traffico di gente che va e che viene», ironizza il deputato dem Roberto Giachetti. Mentre per la parlamentare di Forza Italia, Annagrazia Calabria, «chat, dicerie e gaffe continuano a creare defezioni e strappi nella giunta Raggi. È un crescendo di colpi all'immagine di Roma».

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