Marra e le nomine: l'assist alla Raggi smentito dal teste

Marra e le nomine: l'assist alla Raggi smentito dal teste
di Michela Allegri
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Martedì 23 Ottobre 2018, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 11:05
In chiusura dell'udienza si difende e fornisce un assist alla sindaca Virginia Raggi: «Io mi sono comportato da notaio. Ci sono cose sbagliate nelle informative, che potrebbero essere smentite da intercettazioni che vorrei depositare». A parlare dal banco degli imputati, nel processo parallelo a quello della sindaca, è Raffaele Marra, ex braccio destro della prima cittadina, accusato di abuso d'ufficio per non essersi astenuto, da capo del Personale del Comune, dalle procedure di nomina alla direzione del Turismo del fratello maggiore Renato.

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Ora, l'ex fedelissimo potrebbe diventare un testimone di punta della difesa Raggi, bilanciando le parole ripetute ieri in aula anche dell'ex assessore al Turismo, Adriano Meloni, che è tornato a ripetere a giudici quanto già sostenuto nel processo a carico della sindaca: il suggerimento di nominare Marra senior era arrivato dal fratello, nel corso di una riunione convocata in extremis poche ore prima che scadessero i termini per presentare le candidature. L'ex fedelissimo ha ricevuto ieri in udienza l'atto di citazione come teste imputato di reato connesso nel processo alla prima cittadina. Sarà in aula giovedì. La procedura di nomina di Marra senior, infatti, è costata alla Raggi l'accusa di falso ideologico. Per la Procura, la sindaca avrebbe mentito alla responsabile Anticorruzione del Comune sostenendo di avere deciso in autonomia di promuovere Renato e che Raffaele avesse avuto solo un ruolo «compilativo».
 


Oggi, la Raggi sarà in aula al processo che la riguarda, ma il suo interrogatorio è stato posticipato. La convocazione ufficiale di Marra per giovedì 25 ha determinato il rinvio al 9 novembre, quando era invece prevista la requisitoria del pm. La sentenza sarebbe dovuta essere il giorno successivo, ma a questo punto potrebbe slittare.

I TESTIMONI
In aula, al processo Marra, oltre a Meloni, è stato sentito anche il dirigente con delega al personale Antonio De Santis. Entrambi hanno ribadito - lo avevano già detto nel processo per falso - che a fare il nome di Renato per la direzione del dipartimento Turismo sarebbe stato il fratello, nel corso di una riunione avvenuta il 26 ottobre 2016, presenti Marra junior, Meloni, il suo capostaff e De Santis. «Marra stava scorrendo una griglia con i nomi dei possibili candidati - ha sostenuto De Santis - disse: Ci sarebbe anche mio fratello, e Meloni si mostrò favorevole». Circostanza ribadita dall'ex assessore. Era l'ultimo giorno utile per presentare la candidatura, mancava meno di un'ora alla chiusura dell'interpello. Renato Marra si è proposto mezz'ora prima dello scadere dei termini.

LA TELEFONATA
Il motivo lo spiega Meloni: «Gli abbiamo telefonato per comunicargli la mia scelta». La candidatura era arrivata subito dopo. Il 7 novembre, nella mail in cui allegava la lista dei candidati scelti, inoltre, Meloni aveva scritto: «Mi complimento per avermi segnalato Renato». I destinatari - a suo dire - erano Marra junior e De Santis. La stessa mail era stata inviata in copia alla sindaca. Tra i testi di ieri anche Mariarosa Turchi, responsabile dell'Anticorruzione del Campidoglio, Carolina Cirillo, dirigente capitolina che ha presentato un esposto sostenendo di essere stata trasferita su decisione di Marra senza un apparente motivo fondato, e l'ex capostaff di Meloni, Leonardo Maria Costanzo, che ha detto: «Marra disse che non gli sembrava ci fossero candidati di alto livello e che se volevamo c'era il fratello» -. Nella prossima udienza verrà sentito Marra senior.
 
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