Giorno della memoria, alla Pisana un albero per Shlomo Venezia

Giorno della memoria, alla Pisana un albero per Shlomo Venezia
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 27 Gennaio 2014, 19:03

Riccardo Pacifici risponde con un sorriso quando, al fianco della vedova del deportato Shlomo Venezia, gli chiedono cosa pensa dei fatti di questi giorni (le scritte antisemite sui muri di Roma, le teste di maiale inviate alla comunit ebraica):

«Sappiamo di convivere con questa situazione, se portiamo i nostri figli a scuola ci preoccupiamo se non c’è la camionetta dei carabinieri. Ma c'è un piccolo spartiacque tra oggi e 30 anni fa: 30 anni fa non si indignava nessuno e c'era la rabbia per questa indifferenza. Oggi si è indignato il Presidente della Repubblica e ha pubblicamente detto che quelle teste sono state inviate alla comunità cittadina, all'Italia, non alla comunità ebraica. Questo credo mandi al manicomio questi signori, sono loro quelli isolati». Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica, arrivato ieri pomeriggio in consiglio regionale per la cerimonia con la quale si piantava un olivo dedicato a Shlomo Venezia, nel giardino del Parco della Pace in occasione del Giorno della Memoria, aggiunge una frase forte: «Sappiamo di poterli scovare anche quando operano nell’anonimato. Si è esattamente ribaltata la storia: nella Seconda Guerra Mondiale c'era la caccia all'ebreo, oggi viviamo in una società democratica in cui la caccia ai nazisti la fa l'intera comunità».

Si commuove Marika Venezia, vedova di Shlomo scomparso il primo ottobre 2012, che ventenne fu deportato ad Auschwitz e fu condannato all’orrore, a lavorare nel Sonderkommando, a prelevare i cadaveri della camere a gas. «Per anni non volle parlare di quella sua terribile esperienza - ricorda Marika Venezia - Poi, vide che a Roma apparivano scritte antisemite e non riusciva a comprendere perché nessuno intervenisse. Nel 1992 per la prima volta accettò di raccontare quanto gli era successo, di accompagnare una scolaresca ad Auschwitz per i viaggi della Memoria. E da allora, fino alla sua morte, non ha più cessato di raccontare alle giovani generazioni ciò che aveva vissuto».

Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale, ha ringraziato Marika Venezia per avere accolto l’invito. Sugli atti antisemiti di questi giorni ha commentato: «Vanno declassificati come gesti di folli e di stupidi che nulla hanno a che fare con quelle azioni positive che vanno a valorizzare l'intera cittadinanza. Credo che gli autori di questi gesti, che oggi si nascondono, non la spunteranno». In tutte le biblioteche del Lazio sarà inviato il libro ”Sonderkommando Auschwitz” scritto da Shlomo Venezia, mentre anche il consiglio regionale organizzerà i viaggi della memoria per gli studenti nei campi di sterminio e nei luoghi delle Foibe. «Auschwitz e le foibe sono luoghi molto differenti per la storia - ha precisato Leodori- ma c'è un fil rouge che li unisce: aver fatto da cornice ad eccidi contro l'umanità». Pacifici ha speso anche alcune parole sulla legge contro il negazionismo in discussione in Parlamento: «Sono fiducioso.

L'appello che faccio ai parlamentari è di prendersi le loro responsabilità. La cosa più vigliacca sarebbe non discutere quel documento e soprattutto non votarlo. Se sarà bocciato, accetteremo le sentenze di una democrazia come la nostra, le contesteremo, ovviamente le confuteremo. Ma almeno prendiamoci la responsabilità di votarla». Ora, nel parco della Pace vicino al Consiglio regionale, vicino all’ulivo piantato ieri c’è anche una pietra con il nome di Shlomo Venezia.

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