Corruzione in Campidoglio, duecento casi in Procura: nel mirino dei pm appalti irregolari

Corruzione in Campidoglio, duecento casi in Procura: nel mirino dei pm appalti irregolari
di Valentina Errante
3 Minuti di Lettura
Martedì 28 Giugno 2016, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 16:00
Affidamenti senza gara, lavori in economia con assegnazione diretta o a cottimo fiduciario, procedure negoziate senza pubblicazione del bando e poi carenti controlli e verifiche della prestazioni. Ossia lavori pagati e mai eseguiti. Sono circa 200 i fascicoli aperti dalla procura di Roma sugli appalti irregolari del Campidoglio, corruzione, abuso d'ufficio e truffa tra il 2010 e il 2016. Alcune indagini riguardano anche più affidamenti passati dagli stessi funzionari e finiti in bilancio alle medesime società. Agli atti intercettazioni e video, come quello che recentemente ha reso noti i dettagli su quanto avvenisse negli uffici del Campidoglio per l'affidamento degli appalti nei campi rom: rotoli di banconote contati in diretta. Inchieste alle quali vanno aggiunte le quindici gare finite sotto processo per Mafia capitale e i 50 bandi ancora all'esame dei pm della Dda che indaga sulla cupola di Massimo Carminati. Si va dagli appalti dell'Ama e dei servizi sociali, affidati, e rinnovati senza seguire le procedure alle coop di Buzzi, a quelli dell'Atac e fino verde pubblico. Poi i municipi, con i lavori pagati e mai eseguiti. E la manutenzione del manto stradale, con un fascicolo che ha già portato alle prime condanne. I piani di zona, l'edilizia scolastica e quella popolare e l'affittopoli del Comune, i vigili che intascano mazzette dai commercianti, l'inchiesta su Luneur, quella sulle torri dell'Eur, che ha portato all'iscrizione sul registro degli indagati anche dell'ex assessore Giovanni Caudo. Dal I al XX municipio, in mezzo la gestione degli stabilimenti balneari di Ostia data alla criminalità. Molte irregolarità, segnalate dall'Anticoruzione e dall'ultima relazione dell'ex commissario Francesco Paolo Tronca, sono già oggetto di indagine, dodici sostituti sono impegnati sulla pubblica amministrazione, adesso coordinati procuratore aggiunto Paolo Ielo. I servizi cimiteriali, l'appalto per la raccolta delle foglie, le gare per il business degli immigrati.

ATAC
Era stata l'Anac a segnalare le anomalie degli appalti Atac: negoziazioni senza bandi per lotti frammentati. Il caso più eclatante, sotto la giunta Marino, è quello della vigilanza armata e della manutenzione di treni e bus. Per i vigilantes si è fatto ricorso a dieci procedure di negoziate senza pubblicazione, che nel totale si aggirano sui 50milioni di euro. Uno dei lotti, dal 16 febbraio al 30 settembre 2015, è arrivato a superare i 15,4 milioni di euro per il servizio di vigilanza armata, portierato e ronda presso tutti i siti di Atac con una deliberazione del cda. Anche i tre lotti (due da 6,5milioni e uno da circa 11 milioni di euro) per la manutenzione di 53 convogli nel 2014-2015 e una costellazione di altri affidamenti per lo stesso servizio con cifre più basse sembrano rientrare nello stratagemma. Sono almeno due i fascicoli aperti dalla procura di Roma.

IL MANTO STRADALE
La gestione delle buche e del manto stradale, ha portato in carcere nove persone (sette funzionari e due imprenditori). Gli appalti finiti sotto accusa, 33 inizialmente, per 16 milioni di euro, sono già arrivati a 50, per un'inchiesta che coinvolge tutta la città, dal primo al ventesimo municipio e conta già una cinquantina di indagati. Nello stesso fascicolo sono finiti alcuni lavori da realizzare all'ospedale San Giovanni di Roma. Le indagini sono ancora in corso e riguardano non soltanto l'affidamento delle gare ma anche il mancato controllo, da parte dell'amministrazione, delle opere eseguite. L'inchiesta non è chiusa, gli indagati sono venti. È stato verificato che le aziende usavano materiale scadente e una minore quantità di cemento, rispetto a quello previsto, per eseguire i lavori.
 
I MUNICIPI
Dai Piani di zona, che avrebbero previsto asili e infrastrutture mai realizzati, al trucco dei megastore e dei centri direzionali spacciati con il placet dei funzionari per opere di restauro urbano, con sconti milionari sugli oneri di concessione e di urbanizzazione da pagare. E' un altro capitolo sugli appalti e le commesse affidati dal Campidoglio. Opere che, in molti casi, sono state tramandate da una giunta all'altra. Dalla gestione Alemanno a quella Marino. Senza che la presunta rotazione dei dirigenti, e neppure la bufera giudiziaria sul Mondo di mezzo determinasse un cambiamento di rotta. Dagli asili, commissionati, pagati e mai realizzati, alle strade, lasciate all'incuria.