Polizia in Campidoglio, ipotesi abuso per le promozioni: così si aggrava la posizione di Marra

Polizia in Campidoglio, ipotesi abuso per le promozioni: così si aggrava la posizione di Marra
di Michela Allegri e Cristiana Mangani
4 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Dicembre 2016, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 14:45

«Profili di illegittimità»: non c'è atto, documento o parere che non arrivi a questa conclusione riguardo ad alcune nomine effettuate dalla sindaca Virginia Raggi nei cinque mesi del suo governo. Era ben chiaro, dunque, al primo cittadino della Capitale che quegli incarichi e quegli stipendi voluti a tutti i costi per Salvatore Romeo, Carla Romana Raineri e altri due dirigenti del Campidoglio, avrebbero violato le regole.
 

 


Tanto da aprire la strada a inchieste e a possibili accuse di abuso d'ufficio, un reato che si configura quasi automaticamente quando si sceglie di mischiare le carte nel mazzo e far diventare dirigente, un assunto con regolare contratto a tempo indeterminato grazie a un periodo di aspettativa concesso dallo stesso ente. Un bel pastrocchio che ora sta agitando le acque nella giunta pentastellata e che lascia prevedere sviluppi ben più ampi, non solo per Romeo e Ranieri, ma anche per Raffaele Marra, ex finanziere molto chiacchierato, che Virginia ha eletto a suo braccio destro.

I PARERI NEGATIVI
Del resto, le nomine sono state indicate come illegittime sin dall'inizio, e ognuna di queste valutazioni era ben chiara al primo cittadino. Ha iniziato il responsabile anti corruzione territoriale di Roma Capitale, che ha evidenziato, «le criticità», proprio partendo da un difetto del Regolamento comune interno agli uffici e ai servizi. Poi è stata la volta del direttore del Dipartimento per le risorse umane che ha manifestato l'esigenza di consultare l'avvocatura comunale. E alla fine è intervenuto il capo di quell'ufficio Rodolfo Murra che ha sottolineato come «la norma del Tuel più confacente alla figura del capo di gabinetto fosse quella scritta nell'articolo 110 e che si giustificava in ragione della complessità di una struttura elefantiaca come quella dell'ufficio in questione», visto che l'altra (articolo 90) «riguarda esclusivamente i meri collaboratori del capo di gabinetto».

Nella guerra tra nomine e nominati sui cui la procura sta lavorando, si inseriscono le informazioni che la Raineri ha circostanziato nell'esposto presentato contro la sindaca e i suoi fedelissimi, al procuratore Giuseppe Pignatone. Sebbene anche il suo ex incarico sia al centro dell'inchiesta di piazzale Clodio, sottolinea nella memoria: «Rappresentai alla sindaca che riguardo alla nomina di Romeo si sarebbe potuto configurare una ipotesi di abuso d'ufficio», proprio perché «il meccanismo era stato posto in essere allo scopo di attribuire al dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile». Romeo, infatti, aveva più che triplicato lo stipendio, passando da 38 mila euro l'anno a oltre 110 mila euro.

L'AMICA AVVOCATO
Raggi, però, pare che non abbia voluto sentire ragioni, e si sia limitata a chiedere un parere orale all'avvocatura capitolina. E l'avvocato Murra si è espresso negativamente, così come aveva fatto per le altre nomine. Allora, l'asso nella manica è stata una giovane avvocatessa, amica della sindaca, che di lì a poco sarebbe stata reclutata ex articolo 90 Tuel, e che si è rifatta a un regolamento del comune di Firenze che prevedeva una simile possibilità. Il suo parere non è mai stato controfirmato dall'avvocatura, dunque non ha valore. Inoltre la delibera con cui è stata formalizzata la nomina di Romeo è stata adottata il 9 di agosto, mentre lui esercitava le funzioni di capo delle segreteria particolare sin dall'insediamento del sindaco il 19 giugno 2016.

La vicenda di Raffaele Marra e del fratello appare, invece, più complessa. L'ex finanziere è al centro di mille contestazioni. Ha fatto assumere il fratello in Campidoglio, e ora sulla vicenda dovrà esprimersi ancora una volta l'Anac il 21 dicembre prossimo. Si dice poi che i suoi rimborsi spese e la smania per i viaggi a carico del Comune potrebbero costargli cari. Di recente ha litigato con Laura Benente, responsabile del Dipartimento risorse umane proprio perché chiedeva di partecipare alla selezione di esperti nazionali distaccati presso le Istituzioni europee. I costi di una sua eventuale ammissione sarebbero stati a carico delle amministrazioni di provenienza, dunque del Campidoglio. La Benente si è opposta motivando la decisione con il fatto che aveva già usufruito di un biennio all'università di Salerno. Fatto sta che la dottoressa proveniente da Torino, ha dovuto fare i bagagli e tornare a casa. Mentre lui è ancora bel saldo al suo posto.