Roma, chiusa inchiesta su Raggi: sindaco rischia processo

Roma, chiusa inchiesta su Raggi: sindaco rischia processo
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Martedì 20 Giugno 2017, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 07:52

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, rischia il rinvio a giudizio per le accuse di falso e abuso d'ufficio. La procura di Roma ha chiuso le indagini, atto che di norma precede la richiesta di processo, per il cosiddetto "pacchetto nomine". A Raggi sono contestati l'abuso d'ufficio in relazione alla promozione di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica e il falso per quella alla direzione Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex braccio destro della prima cittadina ed ex capo del Personale, che è sotto processo per corruzione insieme all'imprenditore Sergio Scarpellini. Per la nomina di Renato, Raffaele Marra resta indagato per abuso d'ufficio, contestazione che è invece stata archiviata per la Raggi. Romeo, invece, è indagato in concorso con la sindaca.

Era stata l'Anac diretta da Raffaele Cantone a segnalare la possibilità di un conflitto d’interessi in relazione alla nomina di Renato Marra, visto che il fratello non si sarebbe astenuto dal consigliare la sindaca. La Raggi, però, in una memoria consegnata all'Authority, aveva negato questa circostanza, dichiarando di aver agito autonomamente senza coinvolgere l'ex vicecapo di gabinetto nel processo decisionale. La versione della prima cittadina è stata smentita da una serie di conversazioni via Telegram che la procura ha trovato nel cellulare di Raffaele Marra sequestrato e analizzato nell'ambito dell'inchiesta per corruzione. Uno scambio di sms su tutti sarebbe eloquente: «Raffaele, questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire», avrebbe scritto la Raggi all'ex braccio destro. Il riferimento era alla notizia comparsa sui giornali relativa all’aumento dello stipendio di Renato. Per il procuratore aggiunto Paolo Ielo e per il pm Francesco Dall'Olio sarebbe la dimostrazione del ruolo ricoperto da Raffaele nella nomina del fratello. La sindaca, quindi, è accusata di aver dichiarato il falso alla responsabile anticorruzione del Comune, Mariarosa Turchi, mentre l'ex vicecapo di gabinetto deve rispondere di abuso d'ufficio.

Per quanto riguarda invece la promozione di Romeo, invece, la Raggi, se decidesse di farsi interrogare o se depositasse una memoria difensiva, potrebbe chiarire una serie di circostanze. Da funzionario nel dipartimento Partecipate del campidoglio Romeo era passato alla guida della segreteria della prima cittadina. Il suo stipendio era schizzato da 39mila euro annui a quasi 120mila euro. Dopo l'intervento dell'Anac, il salario era stato ridimensionato a 93mila euro. La Raggi era stata sentita dai pm il 2 febbraio. Nel corso dell'interrogatorio i magistrati le avevano comunicato che Romeo le aveva intestato alcune polizze vita.

In relazione ad altre nomine, come quella di Carla Raineri - ingaggiata in agosto e dimissionaria da settembre - a capo di gabinetto, la procura ha avanzato richiesta di archiviazione. L'inchiesta era scattata dopo un esposto presentato in procura da Fratelli d'Italia. I magistrati di piazzale Clodio ritengono che quella scelta, che attribuiva alla Raineri uno stipendio da 193mila euro all'anno, non fosse del tutto legittima, perché non sarebbe stata in linea con alcuni pronunciamenti dalla Corte dei Conti, ma hanno valutato insussistente l'elemento soggettivo del reato. La stessa richiesta è stata avanzata anche nell'ambito dell'inchiesta - rimasta a carico di ignoti - sul presunto dossieraggio in danno di Marcello De Vito, e per l'ex assessore all'ambiente Paola Muraro in merito all'accusa di abuso d'ufficio.

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