Roma, Muraro indagata: Di Maio sapeva, ecco la mail che lo inchioda

Roma, Muraro indagata: Di Maio sapeva, ecco la mail che lo inchioda
di Simone Canettieri
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Mercoledì 7 Settembre 2016, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 09:51

ROMA I fronti sono due. Ma si parlano. Da una parte c'è la mail, in possesso de Il Messaggero, che inchioda Luigi Di Maio sul caso Muraro e fa implodere i vertici del M5S, dall'altra Virginia Raggi che resiste (a metà) all'accerchiamento: se ne andranno Raffaele Marra (vice capo di gabinetto) e Salvatore Romeo dalla segreteria politica. La sindaca al momento punta di piedi su Raffaele De Dominicis, il neo assessore al Bilancio scelto dallo studio Sammarco («Non si tocca: gli altri non sono stati scelti con un bando») e su Paola Muraro «voglio leggere le carte prima di qualsiasi decisione». Così ha spiegato la sindaca in vivavoce ieri pomeriggio durante il vertice infuocato dei parlamentari. Sarà risolutivo però l'incontro di oggi con Beppe Grillo, atteso a Roma. La decisione di «mollare» Marra e Romeo è stata comunicata dalla sindaca agli assessori riuniti in Campidoglio ieri notte con tanto di pizza per tutti (assente Paolo Berdini, titolare all'Urbanistica, il più critico dell'esecutivo). Il clima è «insostenibile» nonostante la Raggi si affacci in Campidoglio per la gioia dei fotografi. A mandare in tilt il M5S è l'inchiesta sull'assessore all'Ambiente.

IL DOCUMENTO
Luigi Di Maio è a conoscenza del fascicolo dal 5 agosto. E' stata la senatrice ed esponente del mini direttorio romano Paola Taverna ad avvisarlo con una mail molto dettagliata sulla situazione del Campidoglio e soprattutto su quella della Muraro. «Caro Luigi a scopo informativo ti scrivo questa mail a nome e per conto di tutto lo staff romano, certa - scrive la Taverna - che tu riferirai opportunamente agli altri colleghi del direttorio nazionale».
 
IL TESTO
E' il punto numero due quello che riguarda la Muraro e che quindi mette a conoscenza - ormai da un mese - il vicepresidente della Camera su un'inchiesta a carico della responsabile all'Ambiente della Capitale. La senatrice del M5S sulla questione rifiuti premette a Di Maio che la «situazione attuale è assolutamente delicata». Sono i giorni in cui infuriano le indiscrezioni della Procura sui giornali «si parla - è scritto nella mail - di un'imminente notifica di un avviso di garanzia all'assessore per un'ipotesi di reato consistente in violazioni procedurali di verifica e controllo prescritte dal Testo unico dell'ambiente».
E qui poi si entra nel vivo del giallo che Il Messaggero riesce a svelare, documento alla mano: «L'assessore - scrive Taverna a Di Maio - in ogni caso è già indagata secondo quanto risulta dalla visura ex articolo 335». L'esponente del mini direttorio è molto realista in questa relazione indirizzata al candidato premier in pectore del M5S: «Allo stato attuale - continua - non possiamo escludere ulteriori evoluzioni dell'indagine che portino a contestazioni di maggiore gravità». Ecco perché la Taverna assicura che verrà consultata anche la capo di gabinetto, dimissionaria dal primo settembre, Carla Romana Raineri. Di Maio in queste ore ha negato di essere a conoscenza dell'indagine. Invece lo sapeva, ma ha preferito non condividere l'informazione con tutti gli altri esponenti del direttorio nazionale. Carla Ruocco, Carlo Sibilia e Roberto Fico hanno dichiarato pubblicamente di essere «all'oscuro di tutto». Ricostruire la catena in questo rosario di omissione non è semplice. Ieri la sindaca Virginia Raggi ha detto di non aver mai scritto alcuna mail a Di Maio. Tecnicamente è vero. Perché la grillina, come risulta dalla mail e da quanto ha dichiarato in commissione Ecomafie, si era limitata ad avvisare dell'inchiesta sulla Muraro i componenti del mini direttorio (i parlamentari Taverna e Vignaroli, il consigliere regionale Perilli e l'eurodeputato Fabio Massimo Castaldo) che a loro volta, attraverso la senatrice romana, hanno informato Di Maio (chiedendogli di condividere il testo con gli altri esponenti del direttorio nazionale). Il vicepresidente della Camera in queste ore avrebbe ammesso: sì l'ho letta la mail, ma non l'ho capita. Di fatto la catena di comando e controllo che vige (o vigeva) sulla Capitale si è inceppata sul dossier più delicato.

I SILENZI
Non è escluso che Di Maio abbia condiviso questo segreto -negando tutto pubblicamente come il resto dei grillini - con pochissime persone, sicuramente con la Raggi, che ha cercato sempre di tutelare. E' molto probabile invece che non ne abbia fatto parola con la Casaleggio associati, che sta seguendo questo caso della mail con moltissima attenzione (ha già «acquisito» gli articoli usciti ieri) perché è la spia di un sistema impazzito. Dove la comunicazione dei dossier riservati viene gestito con poca trasparenza e condivisione con gli altri big del movimento. A partire forse proprio da Grillo, per molti all'oscuro della complessità del caso Roma e dell'assessore all'Ambiente. Oggi, nuova puntata.

 
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