Campidoglio, dai tagli alle liberalizzazioni: i capitoli del piano rientro

Campidoglio, dai tagli alle liberalizzazioni: i capitoli del piano rientro
di Fabio Rossi e Simone Canettieri
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Giovedì 8 Maggio 2014, 08:53
​Tre settimane per due missioni da compiere: presentare una relazione sulle cause dello squilibrio monstre del Campidoglio (1,2 miliardi di euro) e, soprattutto, definire una bozza di piano di rientro da condividere - «o far digerire», dicono i maligni - alla maggioranza. Insomma, la cabina di regia comincia a correre. E a dettarsi i tempi: entro il 4 luglio Palazzo Chigi e la Corte dei conti dovranno dire sì o no al piano del Campidoglio, allegato al Salva Roma. Prima, per giugno, ci dovrà essere anche la prima convocazione del tavolo inter-istituzionale su Roma Capitale, dove si discuterà di extracosti del Governo e contributi della Regione per il trasporto pubblico locale. Due voci pesanti che dovranno intrecciarsi con la sfida imposta da Palazzo Chigi: far ritornare in equilibrio i conti del Campidoglio. Dopo il via libera al bilancio di una settimana fa, la cabina di regia è tornata a riunirsi ieri di prima mattina. Con una new entry: Silvia Scozzese, direttore scientifico dell’Ifel, l’istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci. «Un’altra Morgante», ha celiato qualcuno dei presenti, pensando al ruolo iper tecnico dell’ex assessore. «Adesso c’è da scrivere», ha detto Fabio Melilli, segretario regionale del Pd e deputato, lasciando il Campidoglio. E per «scrivere» si intende il piano di rientro.



I FOCUS

Appena conclusa la diagnosi dei mali e quindi dello cause dello squilibrio - materia su cui lavoreranno fin da subito il segretario generale del Comune, Liborio Iudicello, e la Scozzese - inizierà la cura. Buttata giù sotto forma di capitoli, che a loro volta diventeranno gruppi di lavoro. O focus. A illustrarli il presidente della commissione Bilancio Alfredo Ferrari. «La parte delle entrate sarà divisa in due sottogruppi: il primo inerente alla implementazione della riscossione tributaria ed il secondo che attenzioni le entrate straordinarie provenienti da urbanistica e patrimonio». Poi ci sarà il tema aziende partecipate: mobilità del personale, tagli strutturali ai contratti di servizio e liberalizzazioni. Altri focus da riempire di cifre e soluzioni riguardano l’ efficientamento della spesa e gli extracosti. Per quest’ultimo elemento il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini è ritornato a spingere sul sindaco e i presenti per far sì che il tavolo venga convocato entro la fine del mese o al massimo per giugno.



IL SALARIO ACCESSORIO

Potrebbe arrivare domani, intanto, il decreto-ponte del governo sul salario accessorio dei dipendenti comunali, che permetterebbe di sbloccare i pagamenti di maggio e dare tempo ai Comuni, fino al termine dell’estate, per rimodulare le indennità secondo le prescrizioni del ministero dell’Economia: premi legati a effettivi incrementi di produttività e stop agli emolumenti «a pioggia» validi per tutti. «Questo significa che per i 200-300 euro che vengono inseriti come voce salario accessorio dovrebbero essere meglio definite le prestazioni svolte», spiega Ignazio Marino. L’intervento di Palazzo Chigi «è un atto saggio concreto e tangibile, che sgombra da equivoci e restituisce certezza sugli stipendi dei lavoratori» osserva Mirko Coratti, presidente dell’assemblea capitolina. Secondo Fabio Rampelli, deputato Fdi, «non ha senso tagliare il salario accessorio quando la spesa pubblica del Comune rimane bubbonica e gonfiata». E Orlando Corsetti, consigliere Pd, sospende lo sciopero della fame iniziato alcuni giorni prima in segno di solidarietà ai dipendenti del Campidoglio.
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