Campidoglio, Renato Marra: «La mia sfortuna? Lo stesso cognome di Raffaele»

Campidoglio, Renato Marra: «La mia sfortuna? Lo stesso cognome di Raffaele»
di Simone Canettieri
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Sabato 12 Novembre 2016, 10:48
«Purtroppo abbiamo la sfortuna di avere lo stesso cognome».
Renato Marra, addirittura? Sta rinnegando suo fratello Raffaele, potentissimo braccio destro della sindaca Raggi?
«Certo, il cognome che porto mi sta danneggiando: ricevo continuamente battute, email, insulti, la gente passa e dice: questo è il fratello di quello».
C'è chi sostiene anche il contrario: lei è stato promosso. È passato dai vigili alla direzione di un settore importante come il Turismo. Il tutto con uno scatto di 20mila euro. Queste rotazioni sono state vagliate da suo fratello, lo sa?
«Il mio curriculum non l'ha valutato lui».
E chi?
«La sindaca Virginia Raggi quando ci siamo incontrati».
E lei come si è presentato?
«Le ho detto mi chiamo Renato Marra comandante della polizia locale, e basta».
Continua dunque a rinnegare suo fratello.
«Allora, io con lui non ho rapporti: non ci frequentiamo, non ci parliamo, non ci vediamo da tempo, perché tutti ora mi devono rompere le scatole: è doloroso per me pensare a queste cose».
Suo fratello è considerato il sindaco ombra di Roma è il principale consigliere della sindaca.
«Lui è un'altra persona. E se vogliamo dirla tutta gli apprezzamenti nei miei confronti provengono da un'altra amministrazione quando Raffaele non era ancora tornato».
A cosa si riferisce?
«All'encomio e alla lettera di lodi che ha scritto l'ex commissario del Comune Francesco Paolo Tronca».
Lei era a capo del Gssu, i vigili che si occupano di anti abusivismo, ora dovrà pensare al Turismo. Strano, no?
«Perché non fa la stessa domanda agli altri dirigenti? Io sono entrato come amministrativo. Nelle rotazioni queste cambi possono accadere. Io ho partecipato a due interpelli: uno per il capo dei vigili e un altro per il Turismo».
E l'aumento?
«Ci sarebbe stato comunque anche se avessi fatto il comandante o il vice avendone le qualifiche».
È molto amareggiato.
«Chi non lo sarebbe? Prima di dire questo è il fratello di Marra uno dovrebbe dire: vediamo cosa ha fatto questo fratello».
Ma Raffaele è il Rasputin che tutti dipingono?
«Io parlo per me, lui sa difendersi da solo».
E quindi, secondo lei, non è finita Marra-Grillo 2-0?
«È una cattiveria, io non faccio la guerra con nessuno, e questa non è nemmeno una partita di calcetto...».
 
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