Campidoglio, strana "epidemia" tra i dipendenti: attacchi di panico, ansia e stress

Campidoglio, strana "epidemia" tra i dipendenti: attacchi di panico, ansia e stress. Il medico: un caso al giorno
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 14 Luglio 2018, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 23:08

«Psicosi in Campidoglio», si è letto in tanti titoli di giornale, ogniqualvolta la politica dell'Urbe si arrovellava in una delle sue crisi politiche - sempre anche emotive, per un certo verso. Chissà se qualcuno ha pensato che l'espressione avrebbe potuto essere ricondotta a un'interpretazione, come dire, letterale. «Negli ultimi tre mesi abbiamo assistito circa 300 persone, qui a Palazzo Senatorio.

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Un centinaio erano casi così: attacchi di panico, stress, ansia, altri episodi sempre di tipo psicologico. E infatti a volte sono stati dati psicofarmaci», ci dice Lilia Girbu, dottoressa del presidio medico del Campidoglio, la piccola unità di camici bianchi e infermieri che da diversi anni - da prima ancora che Virginia Raggi approdasse sul Colle capitolino - opera in un ufficetto incastrato nel cuore di Palazzo Senatorio, a poche rampe di scale e corridoi dalla stanza del sindaco e dell'Aula Giulio Cesare, dove si riuniscono i consiglieri. Aiutano i dipendenti che lavorano da queste parti, all'incirca 500, ma anche i turisti colti da malore.

LE CRISI
Tra crisi ansiose e stress, facendo di conto, si tratta di un episodio al giorno o quasi. Gli addetti ai lavori che frequentano le stanze del Comune conoscevano già la vicenda di un collaboratore esterno ingaggiato dall'amministrazione M5S che lasciò anzitempo l'incarico, un anno fa, proprio per «esaurimento nervoso», così riferivano gli stessi colleghi a diversi cronisti. Ma evidentemente il fenomeno è di più larga scala. Il medico del presidio comunale, che lavora qui in collaborazione con l'Ipa (l'istituto di previdenza dei 24 mila dipendenti capitolini) confessa che è difficile stabilire esattamente se e quando casi di questo tipo siano aumentati. Di sicuro, viene spiegato, il «trend» è così da diversi anni, non è stato l'avvento dei grillini a migliorare (o peggiorare) le cose. Che sia colpa delle tante inchieste, gli scossoni giudiziari che dal 2014 in poi hanno tramortito il corpaccione dei dipendenti pubblici di Roma? «Non saprei - dice ancora la dottoressa Girbu - io sono qui solo da due anni».

Quello che il medico sa è che diversi dipendenti chiedono e ottengono psicofarmaci, per frenare l'ansia. «Tavor e Xanax. Tanti medici, per fare in fretta, risolvono il problema con i farmaci, ma io non sono di questa opinione, credo che sia sempre importante affiancare il sostegno psicologico, capisco che qui possano esserci carichi di lavoro pesanti».

STRATEGIE E TERAPIE
Sarà. Certo è che a ottobre la giunta grillina ha ingaggiato gli esperti dell'Ordine degli psicologi per salvaguardare il «benessere» degli addetti comunali. La sindaca ha messo la firma su un protocollo d'intesa, come avevamo raccontato su queste colonne, per «valorizzare le risorse umane dell'Ente» attraverso tutta una serie di piani di azioni positive e sportelli dell'ascolto, sempre per «mettere al centro», come si diceva, «il lavoratore e il suo benessere nel luogo di lavoro» e insomma per promuovere «la qualità della vita/lavoro dei cittadini e dei dipendenti di Roma Capitale e il loro benessere psicologico».

Del resto la grillina, quando ha indossato la fascia tricolore ormai due anni fa, ha infilato nelle sue linee programmatiche la difesa della serenità dei propri sottoposti, «un benessere declinato non soltanto in termini economici, ma di qualità della vita e delle relazioni».

E se non funziona, si bussa alla porta del presidio medico del Campidoglio, don't panic.

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