«Roma ha finalmente trascritto l'atto di nascita di un bambino con due genitori dello stesso sesso, due mamme in questo caso. Era da tempo che auspicavamo una posizione chiara e con atti concreti in questo senso. Trascrivere le nascite di bambini di coppie omosessuali, che hanno contratto matrimonio in altri paesi, come figli di entrambi è un atto che garantisce il principio di tutela della genitorialità contenuta nella Costituzione italiana e nelle normative europee.» Così Riccardo Magi, consigliere comunale capitolino e presidente di Radicali Italiani, che per settimane ha seguito la questione aiutando Alexander Schuster, il legale della coppia, che collabora da tempo con l'Associazione Radicale Certi Diritti e con Famiglie Arcobaleno. «Registro delle unioni civili e trascrizione dell'atto di nascita: in pochi giorni Roma ha messo a segno due colpi che le valgono il titolo indiscusso di capitale dei diritti» aggiunge Yuri Guaiana, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti. «L'aspetto più importante di questa decisione è che avviene per iniziativa dell'amministrazione comunale e non in esecuzione di un provvedimento giudiziale. È importante rilevare che, a differenza di quanto avvenuto con la trascrizione dei matrimoni fra due persone dello stesso genere nel mese di ottobre 2014, in questo caso - aggiungono - l'atto è stato compiuto direttamente dall'amministrazione comunale e non dal sindaco Ignazio Marino.
Quello del Comune di Roma è un atto politico serio e di grande coraggio che surclassa un Parlamento fermo al 1975 in materia di Diritto di Famiglia».
«Roma batte Renzi 3 a 0. Prima la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero, poi il registro delle unioni civili e oggi il riconoscimento di un bimbo di una coppia lesbica. Mentre Renzi parla a Roma si fanno atti concreti sui diritti di lesbiche e gay». Lo afferma in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, «alla notizia della trascrizione avvenuta a Roma da parte del Comune dell'atto di nascita del bimbo di una coppia di donne».
Sta diventando una battaglia che utilizza dei mezzi meramente burocratici per aggirare l'ostacolo e per destrutturare completamente il sistema della famiglia naturale senza, a mio avviso, tenere in debito conto l'interesse superiore del minore. È diventata purtroppo solo una battaglia burocratica e che non guarda ai diritti dei minori». Così, interpellata a margine di una conferenza sui roghi tossici, Roberta Angelilli, coordinatore Ncd regionale del Lazio, ha commentato il riconoscimento a Roma di un bambino con due mamme.
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