Roma, Bilancio: scontro M5S sulla nomina di Tutino

Roma, Bilancio: scontro M5S sulla nomina di Tutino
di Mauro Evangelisti
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Martedì 27 Settembre 2016, 08:21

Braccio di ferro su Tutino, una parte consistente del Movimento 5 Stelle sta frenando di fronte all'idea di nominare il consigliere della Corte dei conti assessore al Bilancio. A dividere c'è il fatto che alcuni parlamentari pentastellati, neanche tanto tempo fa, inserirono Salvatore Tutino tra «gli esponenti della casta». Come fare ora a trasformarlo in un rinnovatore garante del cambiamento? Tutino, 73 anni, grande esperienza alle spalle, non si lascia spaventare: «Non sono certo io un esponente della casta, semmai lo sono i politici. Io sono disponibile, ma deve nominarmi la sindaca». Adriano Meloni, assessore al Commercio, che però è un tecnico e non un politico, ieri lo dava come futuro collega: «Lo abbiamo incontrato tutti insieme un paio di settimane fa. A me è sembrato una persona squisita e competente, io ho dato il mio placet. Penso sarà lui a occuparsi di bilancio».

L'ATTESA
Tutto risolto? No. Se c'è una parte del Movimento che dà per imminente la sua ufficializzazione, un'altra fa notare un elemento: se la Raggi era così decisa in questa scelta, perché sta ancora sta aspettando? Perché non annunciare il nome del nuovo assessore a Palermo durante il suo intervento? Tutino è stato uno dei quindici candidati all'assessorato che hanno partecipato alle audizioni stile XFactor in Campidoglio, ed è stato il primo tra quelli chiamati dopo la marcia indietro su De Dominicis. Tra i quindici pare sia stato il più convincente. Allora perché la Raggi nicchia? Altro problema che potrebbe animare il sempre vivace dibattito interno. Tutino ad oggi è in servizio, deve chiede l'autorizzazione all'aspettativa al presidente della Corte dei conti, Arturo Martucci di Scarfizzi. In teoria il meccanismo potrebbe fare perdere un paio di settimane, ma ci può essere una scorciatoia con il via libera in forma urgente di Martucci che sentirebbe poi il consiglio di presidenza solo in una fase successiva. Però prima serve un atto ufficiale della Raggi, che Tutino dovrebbe sottoporre all'attenzione di Martucci. Ad oggi, questo atto ufficiale non c'è o almeno non è stato reso pubblico. Il caso però potrebbe esplodere quando a novembre Tutino andrà in pensione: a quel punto potrà sommare la pensione da ex dirigente del Mef ed ex consigliere della Corte dei Conti, allo stipendio meno ricco di assessore. Potrebbe arrivare a 240mila euro annui, assolutamente legittimi, ma tali da causare la solita rivolta del Movimento che da tempo dice di battersi contro i super compensi e le super pensioni. Un bel rebus che si abbina ai ritardi per la nomina dell'assessore alle Partecipate, visto che il docente della Sapienza, Alessandro Gennaro, che sabato veniva dato in pole position sembra essere stato scartato. Questa impasse avrà come ricaduta anche il ritardo nell'indicazione dell'amministratore unico di Ama, dopo che per due volte l'assemblea è andata deserta. Nei corridoi del palazzo di via Calderon de la Barca si mormora che ormai i nomi in ballo sono due, entrambi lombardi, ma che se ne parlerà a fine settimana.

QUASI UN MESE
Ieri comunque il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Paolo Ferrara, ha sfoderato ottimismo: «I tempi sulla nomina del neo assessore al Bilancio si sono leggermente prolungati perché stiamo decidendo al meglio e con accortezza. Se la prossima scelta sarà quella definitiva? Dovrà esserlo per forza. Credo arriverà questa settimana, credo che questa settimana molte novità ci saranno». Ad oggi Roma non ha un capo di gabinetto, un assessore al Bilancio e un amministratore unico di Ama da 27 giorni.