Campidoglio, no del Tar a sospensione
bilancio di previsione: «Confermata
l'inammissibilità di tanti emendamenti»

Campidoglio, no del Tar a sospensione bilancio di previsione: «Confermata l'inammissibilità di tanti emendamenti»
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Giovedì 9 Gennaio 2014, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 21:11
Nessuna sospensione del bilancio di previsione di Roma Capitale per l'anno 2013.

Lo ha deciso la II sezione del Tar del Lazio, presieduta da Luigi Tosti, respingendo le richieste dell'ex sindaco Gianni Alemanno insieme con i consiglieri Sveva Belviso (Ncd), Fabrizio Ghera (Fdi), Giovanni Quarzo (Fi) e Marco Pomarici (Ncd).



I consiglieri contestavano la procedura che il 6 dicembre scorso ha portato all'approvazione del bilancio. In particolare, la convocazione dell'Assemblea per la votazione e l'approvazione delle delibere propedeutiche datate 23 novembre 2013, la dichiarazione di inammissibilità di tanti emendamenti proposti, la proroga concessa dal Prefetto per l'approvazione, nonchè la delibera con la quale il 6 dicembre scorso l'Assemblea capitolina ha approvato il bilancio.



Il Tar nell'ordinanza con la quale ha respinto le richieste del centrodestra capitolino si è soffermato estesamente sulla dichiarata inammissibilità di tanti emendamenti e ordini del giorno proposti. «Gli ordini del giorno presentati dai consiglieri dell'opposizione - si legge nell'ordinanza - sono stati esaminati preventivamente, classificati e trattati congiuntamente in funzione del contenuto degli stessi e, quindi, in parte dichiarati inammissibili in quanto privi delle caratteristiche indicate dal Regolamento interno del Consiglio comunale, e presentati con evidenti finalità ostruzionistiche».



In più, «a fronte dell'elevatissimo numero di ordini del giorno presentati dai consiglieri dell'opposizione (ben 220.000) e dei tempi ristretti previsti per l'approvazione del bilancio di previsione, la circostanza che siano stati ammessi singoli ordini del giorno che invece avrebbero dovuto essere dichiarati inammissibili di per sè non vale a dimostrare l'illegittimità della procedura seguita dal presidente dell'Assemblea per superare l'ostruzionismo dei consiglieri dell'opposizione». La tesi secondo la quale poi è stato ritenuto perentorio il termine per l'approvazione del bilancio «non pare coerente con la disciplina» prevista dalla legge, dovendo per il Tar essere interpretata «nel senso che il Consiglio decade dal suo potere di approvare il bilancio solo al momento dell'insediamento dell'apposito commissario (che nel caso in esame non è stato neppure nominato perchè l'Assemblea ha provveduto all'approvazione del bilancio in data 6/7 dicembre 2013, ossia entro il termine di venti giorni assegnato dal Prefetto di Roma».



Il Tar de Lazio inoltre non ha ritenuto sussistenti i presupposti per l'accoglimento delle richieste dei ricorrenti sulla sospensione del bilancio del Campidoglio tenuto conto anche «del gravissimo pregiudizio che deriverebbe alla collettività di riferimento dalla sospensione» della delibera di approvazione del Bilancio di previsione 2013 «senz'altro superiore rispetto al danno allegato dalla parte ricorrente (connesso esclusivamente alla lesione delle prerogative dei consiglieri dell'opposizione)».
Inoltre «le questioni pregiudiziali sospensive presentate dal consigliere Belviso», secondo i giudici del Tar, «risultano, in parte non supportate da adeguati elementi di prova, perchè dalla documentazione prodotta dalla parte ricorrente si evince che le questioni sospensive relative alla proposta di delibera n. 115/2013 ed alla proposta di delibera n. 102/2013 non recano in calce nè la firma della proponente, nè il timbro di ricezione del competente ufficio dell'Assemblea Capitolina». Lo rilevano i giudici del Tar del Lazio respingendo le richieste di sospensione del bilancio del Campidoglio dell'ex sindaco Gianni Alemanno insieme con i consiglieri Sveva Belviso (Ncd), Fabrizio Ghera (Fdi), Giovanni Quarzo (Fi) e Marco Pomarici (Ncd).
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