Atac, cambia il piano di salvataggio: debiti con il Comune fino al 2055

Atac, cambia il piano di salvataggio: debiti con il Comune fino al 2055
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 27 Aprile 2018, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:29

Totti avrà 79 anni, Virginia Raggi 77, mentre Beppe Grillo sarebbe ultracentenario. Eccoci nel 2055, quando se tutto filerà liscio e il concordato andrà in porto, Atac finirà di pagare i propri debiti. La scadenza quasi quarantennale del rimborso verrà fissata nel nuovo piano che l'azienda presenterà entro un mese al Tribunale fallimentare. Proprio i giudici, a fine marzo, avevano scritto che una buona fetta del maxi-debito da 1,3 miliardi che oggi schiaccia l'azienda, cioè i 469 milioni che Atac deve al Campidoglio, potrà essere pagata solo quando tutti gli altri creditori saranno già stati soddisfatti. Ecco perché la partecipata dei trasporti è pronta a correggere il tiro e inizierà a rifondere il proprio azionista, cioè il Comune di Roma, a partire dal 2035 anziché dal 2027, come era previsto nella vecchia versione del piano di rientro. Trattandosi di una restituzione ventennale (240 rate mensili), il rimborso, calendario alla mano, dovrebbe concludersi nel 2055, fra 37 anni.

Nel frattempo, se arriverà il via libera dei magistrati, il Campidoglio potrà continuare a iscrivere quei crediti a bilancio, mentre se il concordato dovesse fallire nei conti dell'amministrazione cittadina si aprirebbe una voragine da quasi mezzo miliardo.
Insomma la strategia, per quanto, come dire, di lunga durata, secondo i vertici di via Prenestina può funzionare e condurre il gigante malato dei trasporti romani fuori dalle secche di una crisi finanziaria nerissima. Certo, la maxi-dilazione dovrà essere prima approvata dall'amministrazione Raggi. Si passerà da una delibera, che dovrebbe passare all'esame della giunta forse già la prossima settimana, al massimo quella dopo ancora. Poi il piano, con le modifiche chieste dal Tribunale, dovrà essere valutato dal pool esterno dei revisori legali, tutto entro il 30 maggio, la deadline fissata dai giudici per apportare cambiamenti e migliorare la strategia.

LE OBBLIGAZIONI
Con la proroga del debito verso il Comune, dovrebbero essere più veloci i rimborsi ai creditori. Nel nuovo impianto, resteranno i cosiddetti bond, cioè gli «strumenti partecipativi» legati all'aumento degli incassi, ma dovrebbero essere liquidati in meno tempo: nella vecchia versione del piano, infatti, i bond di tipo B, quelli che verrebbero pagati dopo il 2027, sarebbero stati finanziati solo con il 10% dei fondi disponibili, mentre il 90% della cassa avrebbe finanziato il colossale rimborso al Campidoglio. Ora invece l'intero importo andrebbe ai fornitori e agli altri creditori.

NUOVE ISPEZIONI
A giorni nel quartier generale di via Prenestina dovrebbero arrivare anche gli esiti delle nuove perizie sollecitate dal Tribunale. Le nuove ispezioni sono già state completate e, da quanto filtra, non si scostano molto dai risultati prodotti dalle vecchie: per esempio il valore degli immobili da mettere sul mercato è grosso modo lo stesso già ipotizzato in precedenza, circa 90 milioni di euro. La vendita degli ex depositi dovrebbe avvenire in tempi più brevi, altra richiesta dei magistrati. Per ripagare il Comune, invece, si procederà con calma. Da qui al 2055, c'è tempo.
 

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