Caos conti a Roma, Mazzillo: «Basta con gli incarichi ai pendolari da Milano»

(Anthology)
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 31 Luglio 2017, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 20:53

Andrea Mazzillo ha la voce calma quando accetta di parlare del suo rapporto con Virginia Raggi e con i vertici del Movimento Cinquestelle. Sono le dieci di sera e l'assessore al Bilancio del Campidoglio, (ex?) fedelissimo di Virginia Raggi, non sembra scosso dalle ultime, burrascose, 48 ore in cui era sembrato a un passo dal lasciare l'amministrazione M5S della Capitale per alcune affermazioni, smentite ieri via Facebook, contro Grillo e Casaleggio. Le sue dimissioni, spiega, non sono mai state sul tavolo perché «continuo a credere nel progetto del Movimento Cinquestelle e in quello che facciamo per la città». E proprio nell'interesse di Roma, sottolinea, «è importante che siano sotto controllo le società partecipate del Comune, perché sono un elemento del bilancio consolidato del Campidoglio e possono creare criticità se non vengono ben governate. Su quello la mia linea è molto chiara». Qual è? «È importante che la politica sia presente. Non è che scegli un manager e lo trascuri... No, devi seguirlo, devi vedere come va». Rota, l'ex diggì di Atac, non si è fatto gestire? «Sicuramente», risponde Mazzillo. Che va dritto al punto, sulle polemiche di questi giorni per i tanti manager che sarebbero stati scelti a Milano e poi spediti nella Capitale nella squadra di Virginia Raggi. «Vorrei fare un ragionamento sulla romanità - argomenta l'assessore al Bilancio - Voglio dire: prendiamo persone che si conoscono e che conoscono i problemi di Roma. Perché è una città sui generis, non è come le altre. Qui a Roma, servono persone che conoscano bene la sua complessità. Poi se vengono da fuori, va bene lo stesso, ma devono conoscerla bene questa città». È anche una questione di impegno e di tempi, ragiona Mazzillo. «Io faccio l'assessore al Bilancio, non ho mai un giorno libero. Perché i problemi sono all'ordine del giorno, pure il sabato e la domenica. Secondo me se tu vuoi fare bene il tuo lavoro per questa città, ci devi vivere a Roma. Non è che puoi fare il pendolare, stare tre quattro giorni e poi tornare a casa». Sembra un riferimento esplicito all'assessore alle Partecipate, Massimo Colomban, l'imprenditore veneto inviato dalla Casaleggio Associati in Campidoglio per occuparsi della riorganizzazione delle municipalizzate romane, entrato spesso in rotta di collisione proprio con Mazzillo.

«ROMA AI ROMANI»
«Questo ragionamento - dice l'assessore al Bilancio - vale per tutti coloro che vogliono fare rinascere questa città. Deve essere una specie di missione». Messaggio chiaro: «Vale per le partecipate, vale per il Comune». Dice Mazzillo: «Serve gente giusta, Roma non è una città facile. Una persona che vive la città ha più facilità. Noi abbiamo sempre detto in campagna elettorale: Roma ai romani».

Su Atac, Mazzillo fa capire che l'ipotesi del concordato preventivo avanzata dall'ex direttore generale Rota, in realtà, non sia la linea da seguire. «Questa azienda si può rilanciare in altri modi. Sicuramente va aumentata l'efficienza», come ha detto anche la sindaca Virginia Raggi proprio al Messaggero, evocando il pugno di ferro contro dipendenti e dirigenti inadeguati o assenteisti.

Ma sulla più grande partecipata dei trasporti pubblici del Paese, avverte Mazzillo, c'è un problema di conti. Non solo per l'azienda, ma anche per l'amministrazione capitolina. «Il Comune è proprietario di Atac, perché ne possiede il 100%. Ma ha anche nei suoi confronti un credito di quasi 500 milioni di euro. E questo è un problema». «Fino a qualche anno fa erano 900 milioni di euro, come ravvisò un riaccertamento straordinario. Potrebbe esserci una misura da studiare insieme al governo». In ogni caso, ripete Mazzillo come un mantra, non bisogna andare al tribunale fallimentare. «Serve un buon piano industriale. L'azienda ha tutti gli elementi per riprendersi. Noi come Comune gli versiamo oltre 600 milioni di euro all'anno col contratto di servizio. Questo fornisce una base di liquidità. Poi bisogna intervenire sulle criticità che ci sono, a partire dalla lotta all'evasione». L'ipotesi del concordato, dice Mazzillo, sarebbe percorribile solo «se non si riuscisse più a pagare i fornitori. Ma oggi non siamo arrivati a questo punto». Rota ha detto che non si possono più pagare gli stipendi. «La situazione finanziaria è critica - replica Mazzillo - ma ci sono altre soluzioni per recuperare nuove risorse. Per esempio, tra poco Atac entrerà nel business delle rimozioni delle auto. Ci sono parcheggi chiusi che possono essere messi a norma e risistemati. Serve qualcuno che porti avanti queste cose».

«CI SIAMO CHIARITI»
Oggi Mazzillo sarà in giunta. «Ho letto che sarebbe una resa dei conti. Ma ve lo dico io: non c'è nessuna fronda anti-Raggi, ma quale fronda! Ho semplicemente fatto presente che c'erano delle criticità. Con Virginia - assicura - ci siamo chiariti».