Roma, lo sfogo dell'ex assessore Meloni: «Vado via per il caso Befana: M5S l'ha regalata ai Tredicine»

Roma, lo sfogo dell'ex assessore Meloni: «Vado via per il caso Befana: M5S l'ha regalata ai Tredicine»
di Simone Canettieri e Camilla Mozzetti
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Venerdì 4 Maggio 2018, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 08:36

Uscita dei Mercati di Traiano, tarda mattinata, scende giù una pioggerellina fastidiosa. Virginia Raggi rimonta in auto, direzione Palazzo Madama per incontrare la presidente Elisa- betta Casellati. Rimangono sot-to gli ombrelli, seppur a distanza, Adriano Meloni e Carlo Cafarotti. Il vecchio e il nuovo assessore al Commercio. La sindaca ha appena annunciato il cambio. Sottolineando che Me- loni rimarrà comunque part-ti- me con la delega al Turismo co- me delegato. Nuovo piatto della casa: mezza porzione di assessore. Il cambio sarà ufficiale da mercoledì prossimo. Meloni ride, come sempre, ma è «arrabbiato». Anche se non usa proprio que- sta parola. Ripensa a questi quasi due anni e agli scontri avuti con Andrea Coia presente alla conferenza stampa, consi- gliere del M5S, ribattezzato «Coidicine», per via della pre- sunta vicinanza con i Tredici- ne, la famiglia di bancarellari romani.

Meloni, perché è arrabbiato?
«Ero inc... prima e lo sono tutto- ra perché con la Festa della Be- fana, Coia ha regalato la mani- festazione ai Tredicine e questo va contro Roma e il suo deco- ro».

Continua a non farsene una ragione, eh?
«No». Eppure fino a cinque minuti fa lei e Coia eravate seduti in- sieme allo stesso tavolo con la sindaca Raggi. L’ultima volta che lo chiamò Coidicine scop- piò una bufera. Insiste? «A me piace dare i soprannomi alle persone e quello per Coia mi sembrava il più appropriato considerata la situazione che si era creata».

Meno male, per lei, che dalla settimana prossima lascia il Campidoglio, altrimenti scoppierebbe l’ennesima lite.
«Da tempo avevo deciso di andare via. A luglio dello scorso anno ho preso la decisione, formalizzandola poi alla sindaca. A ottobre le ho inviato anche una lettera, scrivendole che volevo andar via in maniera soft». Per la Befana ai Tredicine? «Certo, dopo quello che era successo era inutile nascondersi».

Lei ha perso, hanno vinto i Tredicine grazie a Coia e a dunque il M5S?
«Sono molto arrabbiato tutte le volte che ci penso, non mi nascondo dietro a un dito. Purtroppo non ce l’ho fatta».

Si potrà cancellare questa macchia nel suo personale bilancio politico?
«In questi due anni ho avuto scontri con i miei colleghi, com’è normale in tutti i posti di lavoro. Avrei voluto fare molto di più. Questo è certo».

Insomma, sembra che lei abbia più rammarichi che altro.
«No, abbiamo lavorato molto bene su tanti aspetti, penso al regolamento sulla città storica che abbiamo appena presenta- to».

Ma se ne andrà, alla fine. Da sconfitto?

«Lascio per stare vicino alla mia famiglia a Milano. Mi di- spiace di non essere più asses- sore. Ma con la sindaca abbia- mo deciso che continuerò a da- re una mano per quanto riguar- da il turismo».

Poi Meloni, con un sorriso sincero quanto nervoso, saluta.

Adesso è Cafarotti, che ha seguito la conferenza stampa tra il pubblico in prima fila pren- dendo appunti su un quaderni- no, il più richiesto per le intervi- ste. Ma fino a quando non rice- verà il via libera da Banca Italia per l’aspettativa non potrà par- lare. Il passaggio di consegne ormai c’è stato. I due si saluta- no. E Coia sembra il meno di- spiaciuto da questo avvicenda- mento.

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