Tribunale Roma, crolla una parte del soffitto: «Noi ostaggio del degrado»

L'incidente, quando ancora il Tribunale era chiuso, non ha provocato fortunatamente feriti ed è stato scoperto ieri mattina dal personale dell'ufficio

Tribunale Roma, crolla una parte del soffitto: «Noi ostaggio del degrado»
di Laura Bogliolo
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Martedì 28 Marzo 2023, 06:23

Dall'allarme legionella, ai pezzi di nastro adesivo usati per aprire le porte senza maniglia, fino al crollo di una porzione di soffitto. Paura all'interno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. Calcinacci su una scrivania, accanto una fotocopiatrice. Ecco la fotografia dell'ultimo caso di dissesto e degrado. Di notte è venuta giù una porzione di soffitto in un locale della palazzina B del Tribunale di Roma. Non siamo in una delle aule dove vengono discussi i processi penali, ma in una stanza delle segreterie, comunque molto frequentata dal personale di piazzale Clodio e dagli avvocati, ovviamente. L'incidente, quando ancora il Tribunale era chiuso, non ha provocato fortunatamente feriti ed è stato scoperto ieri mattina dal personale dell'ufficio.

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L'ALLARME
A lanciare l'allarme è stato il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta. «Con amarezza dobbiamo constatare - ha commentato - che la Giustizia resta la "Cenerentola" della spesa pubblica e la mancanza di fondi per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria provoca tutta una serie di incidenti che solo per un caso possiamo definire piccoli».

 


I RISCHI
«Che cosa diremmo oggi, se il crollo si fosse verificato di mattina, con gli uffici in piena attività? - ha proseguito Nesta - Non è la prima volta che episodi del genere accadono, per non parlare del ripetersi di contaminazioni da legionella, che puntualmente vengono riscontrate negli impianti del Tribunale più grande d'Italia». «A tutela di tutti gli operatori che negli uffici giudiziari lavorano, magistrati, personale amministrativo e avvocati, e a tutela dell'utenza - ha detto Nesta - chiediamo con forza di varare un serio programma di interventi strutturali per restituire decoro e sicurezza alla casa della Giustizia romana».
Il Messaggero in diversi reportage nelle ultime settimane aveva già denunciato lo stato di degrado della cittadella.

Una porta senza maniglia per accedere alle aule del Tribunale penale, ma anche buche nel cortile interno segnalate da un cartello nel quale si legge: «Attenzione! Presenza di buche, pericolo di inciampo e caduta». «Si tratta di un fenomeno generalizzato in realtà - dice l'avvocato Nesta - sono necessarie delle verifiche complessive negli edifici di piazzale Clodio che ormai sono dotati». A gran voce, insomma, chi frequenta la cittadella chiede interventi di manutenzione straordinaria dopo che sia stato fatto un lavoro approfondito di analisi della stabilità dei locali. Per molti legali, insomma, «il rischio è incombente».


LE RICHIESTE
Nesta aggiunge: «Il nostro organismo politico a livello nazionale, l' organismo congressuale forense, da tempo ha chiesto gli interventi necessari per mettere in sicurezza tutte le strutture. Da qualche settimana - conclude - la stanza 525 della sezione sedicesima del nuovo edificio del Tribunale civile di viale Giulio Cesare, 54/B è stata chiusa per un principio di incendio».
Nel tempo, sono scattate proteste anche per le condizioni dei bagni, tra lavandini incellofanati e servizi igienici per le donne chiusi al terzo piano della Procura. Assenti, spesso, anche i cestini dove gettare cartacce e altro.

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