Dall'allarme legionella, ai pezzi di nastro adesivo usati per aprire le porte senza maniglia, fino al crollo di una porzione di soffitto. Paura all'interno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. Calcinacci su una scrivania, accanto una fotocopiatrice. Ecco la fotografia dell'ultimo caso di dissesto e degrado. Di notte è venuta giù una porzione di soffitto in un locale della palazzina B del Tribunale di Roma. Non siamo in una delle aule dove vengono discussi i processi penali, ma in una stanza delle segreterie, comunque molto frequentata dal personale di piazzale Clodio e dagli avvocati, ovviamente. L'incidente, quando ancora il Tribunale era chiuso, non ha provocato fortunatamente feriti ed è stato scoperto ieri mattina dal personale dell'ufficio.
L'ALLARME
A lanciare l'allarme è stato il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta. «Con amarezza dobbiamo constatare - ha commentato - che la Giustizia resta la "Cenerentola" della spesa pubblica e la mancanza di fondi per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria provoca tutta una serie di incidenti che solo per un caso possiamo definire piccoli».
I RISCHI
«Che cosa diremmo oggi, se il crollo si fosse verificato di mattina, con gli uffici in piena attività? - ha proseguito Nesta - Non è la prima volta che episodi del genere accadono, per non parlare del ripetersi di contaminazioni da legionella, che puntualmente vengono riscontrate negli impianti del Tribunale più grande d'Italia». «A tutela di tutti gli operatori che negli uffici giudiziari lavorano, magistrati, personale amministrativo e avvocati, e a tutela dell'utenza - ha detto Nesta - chiediamo con forza di varare un serio programma di interventi strutturali per restituire decoro e sicurezza alla casa della Giustizia romana».
Il Messaggero in diversi reportage nelle ultime settimane aveva già denunciato lo stato di degrado della cittadella.
LE RICHIESTE
Nesta aggiunge: «Il nostro organismo politico a livello nazionale, l' organismo congressuale forense, da tempo ha chiesto gli interventi necessari per mettere in sicurezza tutte le strutture. Da qualche settimana - conclude - la stanza 525 della sezione sedicesima del nuovo edificio del Tribunale civile di viale Giulio Cesare, 54/B è stata chiusa per un principio di incendio».
Nel tempo, sono scattate proteste anche per le condizioni dei bagni, tra lavandini incellofanati e servizi igienici per le donne chiusi al terzo piano della Procura. Assenti, spesso, anche i cestini dove gettare cartacce e altro.
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