Stupro di Capodanno, le amiche: nessuna violenza. Per le testimoni la vittima avrebbe preso per mano l’imputato

Le ragazze che erano andate al party con la vittima smentiscono la tesi della giovane

Stupro di Capodanno, le amiche: nessuna violenza. Per le testimoni la vittima avrebbe preso per mano l imputato
di Federica Pozzi
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Lunedì 29 Maggio 2023, 22:38 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 09:00

«Non l’abbiamo lasciata lì da sola, più volte le ho detto di andare via. Se l’avessimo vista stare male saremmo intervenute». Così in aula una delle amiche di Bianca (nome di fantasia), la vittima dello stupro della notte di Capodanno di tre anni fa in una villetta a Primavalle, l’ha smentita. Bianca aveva raccontato di essersi trovata sola in mezzo a persone che non conosceva ma le amiche sostengono il contrario. Continua il processo che vede seduto al banco degli imputati Patrizio Ranieri, uno dei cinque ragazzi accusati dall’allora minorenne di violenza sessuale di gruppo. 

Ieri a piazzale Clodio sono stati ascoltati dai giudici quattro testimoni presenti alla festa, tra loro due amiche della vittima, una è la figlia di una soubrette e poi Simone Ceresani, nipote dell’ex premier Ciriaco De Mita, entrambi finiti tra gli indagati per avere portato la droga alla festa.

Hanno le facce pulite, quasi da bambini, ragazzi “normali”, che invece quella serata di tre anni fa erano insieme a una festa a base di sesso, droga e psicofarmaci: l’unico modo per divertirsi, dicevano in chat. Chi è accompagnato dai genitori, chi dagli avvocati. Parlano tra di loro, tranquilli, come se non avessero piena coscienza di quanto è accaduto quella notte di Capodanno al party organizzato, tra l’altro, in violazione di tutte le restrizioni anti Covid. 

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LE TESTIMONIANZE

«Siamo arrivate alla festa prima di cena, c’era pizza e alcool», racconta una delle ragazze. E ancora: «C’erano sigarette intrise di cocaina». L’altra amica della vittima, figlia della soubrette, ha ammesso davanti al Tribunale: «Avevamo anche il Rivotril» così come era emerso dalle indagini. Ma entrambe le testimoni sono d’accordo sul fatto che la loro amica, Bianca, fosse solo alterata dall’uso di alcool e sostanze stupefacenti e sottolineano: «Se l’avessimo vista stare male saremmo intervenute». E c’è di più. «È lei che ha preso per mano Patrizio e lo ha portato via», racconta ancora la testimone, per la quale Bianca era consenziente. Anche il terzo testimone, Simone Ceresani, è convinto del fatto che fosse in grado di capire cosa stesse succedendo e in aula racconta: «Era capace di intendere e di volere. Era ubriaca ma non ha perso il controllo. L’ho vista sempre camminare sulle sue gambe». Sulle droghe il nipote di De Mita dice di non avere visto Bianca sniffare, anche se ammette: «Girava droga». Confermando poi le parole della vittima ha affermato che è vero che «Ranieri a fine serata la insultava». Sia Ceresani che la figlia della soubrette avrebbero voluto avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto indagati in un procedimento connesso a quello sullo stupro, ma sono stati lo stesso ascoltati in aula davanti ai giudici come testimoni. 

LA VITTIMA

«Vedo me che arrivo con le amiche a Primavalle, beviamo, parliamo e c’è la musica. Poi finiamo tutti su un letto. C’è chi si fa di coca e di canne. Fumo uno spinello anch’io, mi offrono una sigaretta alla cocaina. Ma c’era dell’altro dentro perché ho sentito il cervello bruciare, ero incosciente», il racconto di Bianca a La Repubblica la scorsa settimana. «Io sul divano, tutti attorno mi dicono “Sgualdrina”. Dopo, il buio. E il risveglio”, aveva aggiunto. E nella stessa intervista la vittima aveva parlato delle sue amiche. «Mi hanno detto che se non avevano più il cellulare e dovevano subire tutte quelle domande era per colpa della mia denuncia». E di Simone Ceresani: «È stato fondamentale in questo percorso. Lui si faceva di Md, tutti si fanno di ecstasy». 
Gli accusati all’epoca avevano tutti tra i 17 e i 20 anni. Gli accertamenti sugli abiti non hanno rilevato tracce biologiche sui vestiti della vittima, mentre dalle degli indagati, prima delle testimonianze in aula, era già emerso con chiarezza che la festa fosse a base di droghe e alcool. Ma i racconti sono contraddittori: accuse e smentite, il sesso, la cocaina, le violenze. Una verità difficile da far venire a galla, complice l’incoscienza di protagonisti giovanissimi.
 

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