«Siamo al capolinea, devi scendere». L’uomo che era lì che dormiva sui sedili si è alzato di scatto e ha colpito il macchinista reo di averlo svegliato con un pugno in pieno volto. Ancora un dipendente Atac aggredito durante lo svolgimento del suo lavoro. Questa volta è toccato a un macchinista della metro A, che domenica è stato preso a pugni da un passeggero una volta arrivato al capolinea, a Battistini.
L’aggressione è avvenuta intorno alle 16.30, quando il macchinista è arrivato in stazione a fine corsa e prima di smontare ha controllato, come da prassi, il treno, per verificare che tutti i passeggeri fossero scesi.
Il macchinista ha immediatamente chiamato il 112, e sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Monte Spaccato, che al loro arrivo hanno trovato l’aggressore, un cittadino nigeriano di 28 anni, ancora sulla banchina. Alla vista delle divise l’uomo, molto agitato, si è scagliato anche contro di loro: i militari lo hanno bloccato e arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Portato in tribunale per la direttissima, l’arresto è stato convalidato ed è stato trasferito in carcere. Il macchinista, portato in ospedale con l’ambulanza, è stato medicato per la frattura del setto nasale e dimesso con una prognosi di 30 giorni: «Da parte di Atac zero garanzie sulla sicurezza - è il commento di Claudio De Francesco di Uil Trasporti - Intervenga il prefetto e si applichi un protocollo di sicurezza con certezza della pena. Qui si rischia di andare a lavorare e non tornare più a casa».
I PRECEDENTI
Quello avvenuto alla fermata Battistini è l’ennesimo caso che ha riacceso inevitabilmente l’attenzione sulla sicurezza di bus, metro, tram e stazioni. A più riprese sindacati e non solo avevano proposto l’utilizzo delle “body-cam” durante il servizio in maniera da riprendere all’occorrenza ogni aggressione. Perché nelle stazioni e ai capolinea soprattutto di periferia accade questo: autisti e conducenti vengono aggrediti quando scendono dalle vetture per il cambio turno, per la pausa o per andare in bagno e spesso non ci sono testimoni o telecamere a riprendere la scena. A bordo delle vetture più nuove della flotta Atac sono attivi i sistemi di videosorveglianza, telecamere in sostanza che registrano sul nastro h24, il materiale viene poi messo a disposizione degli inquirenti laddove si verifica una violenza ma anche come auspicato dal Campidoglio sarebbe opportuno “far dialogare” questi sistemi con le sale operative delle forze dell’ordine al fine di garantire interventi ancor più celeri.