Hasib Omerovic, disabile rom giù dalla finestra a Roma. L'omertà del quartiere: «Non ho sentito niente»

In pochi decidono di parlare: «L'ho visto cadere ma non so cosa sia accaduto»

Hasib Omerovic, disabile rom giù dalla finestra a Roma. L'omertà del quartiere: «Non ho sentito niente»
di Valeria Di Corrado e Camilla Mozzetti
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Mercoledì 14 Settembre 2022, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 16:26

«Io non ho sentito arrivare neanche l'ambulanza, con un quasi morto per terra non mi capacito dell'assenza di sirene eppure stavo a casa ma no, non ho visto niente e non ho sentito niente». Poi c'è pure chi si sbilancia un po' di più: «Sì, l'ho visto cadere dalla finestra quel poveretto, stavo annaffiando le piante ma comunque sono rientrata subito dentro, non lo so cosa sia accaduto».

Il primo che parla è un condomino del secondo piano della palazzina popolare di via Gerolamo Aleandro al civico 24: «Mi chiamo Zeno come quello della coscienza», dice sull'uscio di casa «non è che non le dico nulla perché sono un incosciente - aggiunge - ma perché non ho visto né sentito nulla».

Due piani sopra abita una donna che invece Hasib Omerovic, il rom di 36 anni sordomuto, ricoverato ora in gravissime condizioni al policlinico Agostino Gemelli, l'ha visto cadere giù, il 25 luglio scorso, salvo poi ritirarsi in casa senza impicciarsi oltre. 

 

Di più: l'uomo che abita proprio sopra l'appartamento della famiglia nomade, assegnataria della casa popolare ma da metà agosto scomparsa dall'appartamento, non solo non ha sentito o visto nulla ma rimarca come i problemi in quelle palazzine siano altri: «Le fondamenta che quasi crollano, le cantine allagate, i topi» con il suo cane che si chiama Nocs - ma solo perché nato a novembre - che non la smette di abbaiare. Nella palazzina accanto, invece, c'è chi ricorda la polizia, le sirene e racconta del disagio collettivo ma anche di quello privato di una famiglia nomade che più di una volta, per le botte e le urla che si sentivano da quell'appartamento, era finita al centro dell'attenzione delle forze dell'ordine. Come se il controllo degli agenti del commissariato di Primavalle, oggetto ora di un'inchiesta della Procura per tentato omicidio e falso in atto pubblico, non fosse stato il primo.
 

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