Roma, disabile precipitato. La testimone: «È riuscito a rialzarsi per un attimo, sulla schiena aveva segni di frustate»

«Si toccava le ginocchia, come a dire che qualcuno lo aveva tenuto o preso per le gambe»

Roma, disabile precipitato. La testimone: «È riuscito a rialzarsi per un attimo, sulla schiena aveva segni di frustate»
di Alessia Marani
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Martedì 13 Settembre 2022, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 16:39

«Ho sentito un tonfo sordo, mi sono affacciata e ho visto Hasib schiantato a terra, perpendicolare alla finestra della sua camera. Poveretto. A caldo l'ho visto rialzarsi, percorrere qualche metro per poi crollare di nuovo. Aveva una spalla scomposta, una enorme tumefazione sul volto all'altezza della tempia. Mentre si girava su se stesso ha mostrato le spalle: sul dorso aveva segni di vergate».

Lori, lei ha chiamato per prima i soccorsi. Che cosa crede che sia successo a Hasib?
«Con mia cugina abbiamo chiamato l'ambulanza che ha avuto pure difficoltà a trovare il posto, perché è un cortile interno tra due palazzi con entrate su strade opposte.

Ci siamo rese conto che non c'era bisogno di chiamare la polizia perché era già lì: ricordo almeno tre o quattro poliziotti in borghese, tra cui una donna vestita con i jeans e una camicetta bianca. Inizialmente pensavo a una inquilina, invece aveva in mano la radio della polizia. Poi sono arrivati quelli in divisa».

Che cosa faceva Hasib?
«Ha provato a rialzarsi, ma non ce l'ha fatta. Gesticolava, si toccava le gambe e le ginocchia, come a fare segno che qualcuno lo avesse tenuto o preso per le gambe. Si sbracciava non appena qualche poliziotto provava ad avvicinarsi o a toccarlo».

Ma lei crede che gli agenti possano averlo spinto giù dalla finestra?
«Mi sembra impossibile».

 

E quei segni sul dorso?
«Non lo so, ma sia io che altri dirimpettai che gli abitano di fronte, lo sentivamo lamentarsi spesso. In casa lo picchiavano. Quel pomeriggio, erano all'incirca le 13, però nessun lamento o grida o rumori dall'appartamento solo il tonfo».

Cosa può essere successo?
«Se lo chiede anche la Squadra mobile che è venuta a fare domande la scorsa settimana. Qualche giorno dopo il fattaccio incontrai la madre di Hasib e le chiesi come stava il figlio. Lei cominciò a raccontarmi che erano entrati in casa dieci poliziotti e che avevano chiuso a chiave l'unica altra figlia presente in sala da pranzo. Ora scopro, invece, che questa stessa ragazza avrebbe detto che gli agenti lo hanno spinto di sotto. Come ha fatto a vederli?».

Hasib l'aveva mai importunata?
«No e faceva anche tenerezza. Una volta gli regalai dei vestiti di mio marito, allora lui mi tirò un bacio da lontano».
 

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